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4 Maggio 2011 | La ricetta

Con l’Artusi alla scoperta dei carciofi

Alcune ricette da La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene

A cura di Marina Leonardi

 4 maggio 2011

 Cari ascoltatori, all’Artusi dovevano piacere molto i carciofi perché il suo volume La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene propone moltissime ricette a base di questo coriaceo vegetale e con varianti molto interessanti. Ne abbiamo scelte alcune per voi visto che i carciofi sono ancora di stagione e anche perché si celebrano proprio la prossima domenica, l’8 a Brisighella in provincia di Ravenna nella Sagra del carciofo moretto, una varietà molto buona di carciofi che si mangia di preferenza crudo o leggermente lessato, condito  semplicemente con sale e olio e del resto a Brisighella l’olio buono non manca.

Ma passiamo alle ricette dell’Artusi e vediamo i

CARCIOFI RITTI

Così chiamassi a Firenze i carciofi cucinati semplicemente nella seguente maniera: levate loro soltanto le piccole e inutili foglie vicine al gambo tagliando quest’ultimo. Svettate col coltello la cima e allargate alquanto le foglie interne. Collocateli ritti in un tegame, insieme coi gambi sbucciati e interi; conditeli con sale, pepe e olio, il tutto a buona misura. Fateli soffriggere tenendoli coperti, e, quando saranno ben rosolati, versate nel tegame un po’ d’acqua e con la medesima finite di cuocerli.

CARCIOFI RIPIENI

Tagliate loro il gambo alla base, levate le piccole foglie esterne e lavateli. Poi svettateli come i precedenti ed aprite le loro foglie interne in maniera da poter recidere con un temperino il grumolino di mezzo, e toltogli il pelo se vi fosse nel centro, serbate soltanto le tenere foglioline per unirle al ripieno. Questo, se dovesse, ad esempio, servire per sei carciofi, componetelo delle foglioline anzidette, di 50 grammi di prosciutto più grasso che magro, di un quarto di cipolla novellina, aglio quanto la punta di un’unghia, qualche foglia di sedano e di prezzemolo, un pizzico di funghi secchi fatti rinvenire, un pugnello di midolla di pane d’un giorno, ridotta in bricioli, e una presa di pepe.

Tritate prima il prosciutto con un coltello, poi ogni cosa insieme colla lunetta e con questo composto riempite i carciofi che condirete e cuocerete come i precedenti. Alcuni libri francesi suggeriscono di dare ai carciofi mezza cottura nell’acqua prima di riempirli, il che non approvo, sembrandomi che vadano a perdere allora la sostanza migliore, cioè il loro aroma speciale.

COTOLETTE DI CARCIOFI

Certe signore si dolevano di non trovare nel mio libro questo fritto, ed eccole appagate.

Prendete due carciofi grossi, nettateli dalle foglie dure e raschiatene il gambo, poi lessateli, ma non troppo, e così bollenti tagliateli per il lungo in cinque fette ciascuno, lasciandoci un po’ di gambo, e conditeli con sale e pepe.

Fate una balsamella così:

Farina, grammi 30.

Burro, grammi 30.

Parmigiano grattato, grammi 20.

Latte, decilitri 2.

Tolta dal fuoco mescolateci un rosso d’uovo, il parmigiano e una presa di sale, e prese su ad una ad una pel gambo le fette dei carciofi immergetele nella balsamella, distendetele su un vassoio e, con un cucchiaio, ricopritele con la balsamella rimasta. Dopo diverse ore, quando saranno ben diacce, doratele con un uovo frullato, impanatele e friggetele nell’olio o nello strutto.

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