Salta al contenuto principale
3 Maggio 2011 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

Il garzone di Pavarotti

Gianni Giovanardi incontrò il tenore a Buenos Aires. Ogni anno la sua famiglia cucina le lasagne per il Circolo Italiano di José C. Paz

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

3 maggio 2011

Il sottoscritto non  è uno dei tanti, è uno dei pochi che ti ha potuto conoscere quando nulla si sapeva della fama cui eri destinato, ossia quando eri bambino”. Così comincia la lettera che Gianni Giovanardi inviò a Luciano Pavarotti nel 1999, quando il grande tenore modenese arrivò in Argentina per un concerto.

Gianni Giovanardi nasce a San Lazzaro a Modena nel 1939, in casa Mazzoni. Prima di emigrare a Buenos Aires nel 1948, lavora due anni presso il panificio del padre di Luciano, Ferdinando Pavarotti, come garzone: portava i prodotti ai negozi di Ripomonti in Via Emilia, a Giovanni in via Saliceto sul Panaro e a quelli dei Mazzoni.

Emigrato in Argentina, com’era solito dire, “con una mano avanti e l’altra dietro”, cioè senza un soldo, Gianni Giovanardi riesce a costruirsi una posizione agiata al prezzo di grandi sacrifici, e si può quindi permettere di ritornare spesso in Italia. Gianni e il fratello Franco sono titolari di una ditta metalmeccanica presente sul mercato argentino da oltre trent’anni.

In diverse occasioni Gianni aveva cercato di incontrare Pavarotti, senza mai riuscirci. Voleva incontrare il grande Luciano per esprimergli la sua grande ammirazione e il privilegio di salutarlo personalmente e scambiare qualche parola in dialetto modenese, dopo cinquant’anni dall’abbandono della terra natale. Il 22 aprile 1999 Giovanardi sa che Pavarotti si trova a Buenos Aires  e soggiorna presso l’Hotel Sheraton. Decide allora di scrivergli una lettera per dirgli che andava sempre ai suoi concerti e che anche questa volta sarebbe andato a vederlo allo Stadio di Boca Juniors insieme alla moglie Lina, sua grande ammiratrice. Inoltre invitava Luciano a casa sua per rendergli omaggio con le specialità della cucina modenese. Concludeva la lettera con la richiesta di una risposta.
La risposta arrivò subito. Fu Pavarotti stesso a telefonargli per dargli appuntamento presso l’hotel. Gianni non poteva credere che il suo desiderio stava per diventare realtà. Il giorno seguente Luciano e Gianni si incontrano all’Hotel Sheraton per chiacchierare e mangiare insieme delle patatine fritte. 

Il papà di Gianni, Vittorio, era un valente cuoco. Con tutta la famiglia preparava le “lasagne alla Giovanardi”, e le preparano ancora oggi i figli e nipoti. Il celebre piatto viene cucinato ogni anno dal 1954 dalla famiglia seguendo la ricetta tradizionale, presso il Club Italiano di José C. Paz, cittadina nella provincia di Buenos Aires. La preparazione delle lasagne coinvolge sempre molte persone: l’ultima volta sono stati usati 50 kg di semola, 20 kg di formaggio e 240 uova per sfornare settecento porzioni.

L’appuntamento è atteso da tutti coloro che partecipano alla grande festa nota come “La lasagna di Ferragosto” durante il mese di agosto, e a quella di novembre per l’anniversario del Club Italiano. Come recitava l’Artusi, “quando incontrate la cucina emiliana fate una riverenza perché se la merita” . Alla cucina emiliana, la famiglia Giovanardi ha sempre fatto onore.

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi