20 settembre 2010
Gentili ascoltatori vi parliamo oggi del film stereoscopico All Inclusive, firmato da Nadia Ranocchi e David Zamagni, entrambi riminesi e presentato alla 67 Mostra Internazionale d’Arte Cineamatografica di Venezia, nella sezione Fuori Concorso.
Si tratta dell’unico 3D italiano presente in mostra e anche del primo lungometraggio di Zapruder Filmmakersgroup, gruppo di ricerca sulle immagini in movimento con base a Roncofreddo (FC).
Il film prodotto da Zapruder e Steirischer Herbst (Graz, A) con il contributo della Regione Emilia Romagna e il sostegno della Provincia di Forlì Cesena e di Xing., si svolge all’interno dell’Hotel Joule dove viene assunta, come direttore , la giovane Miss Ambra. Piena di aspettative, la donna accoglie l’impegno a coronamento delle sue ambizioni e con entusiasmo si dedica ai preparativi per l’imminente inaugurazione. Il lavoro di squadra viene premiato con la soddisfazione di tutti. Miss Ambra, pienamente calata nella parte, non si concede alcuno svago, assolvendo al suo ufficio con rigore ed alterigia. A lungo andare l’intransigenza e l’ossessivo perfezionismo posti nell’esercizio delle proprie funzioni, oltre ad alienarle la simpatia dei colleghi, la portano a voler assumere su di sè le mansioni dell’intero albergo, fino a perdere i confini della propria identità.
Il soggetto di All Inclusive tratta del lavoro; di perdita e compensazione dell’identità attraverso il lavoro. Miss Ambra è uno di quei casi che, in ambito clinico, vengono definiti “work-addicted” o “workaholist”: soggetti inclini al piacere del sacrificio.
Ma sentiamo in proposito uno dei registi David Zamagni.
Intervista David Zamagni.
In sottofondo:
Keep Smiling
composta da Francesco Fuzz Brasini, arrangiamento Francesco Fuzz Brasini e Nadia Ranocchi, voce Elena Biserna
Ja can hack it
composta da Francesco Fuzz Brasini e Nadia Ranocchi, eseguita da Francesco Fuzz Brasini
Sad dreaming lounge
composta ed eseguita da Francesco Fuzz Brasini
