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17 Febbraio 2014 | Eventi

L’arte di stampare in tre dimensioni

Nasce a Bologna Make in Bo e l’Emilia-Romagna si conferma protagonista nel settore della stampa tridimensionale

A cura di Enzo Chiarullo

17 febbraio 2014

Approfittiamo della recente nascita di Make in Bo, l’associazione bolognese degli stampatori 3D o makers come preferiscono essere chiamati, per conoscere meglio questo fenomeno che, pur essendo ancora oggi molto legato al mondo degli appassionati di informatica e dei cosiddetti “smanettoni” è destinato ad avere sviluppi di forte impatto sulla vita di tutti i giorni…
Partiamo dalla tecnologia di base: con una spesa che parte dai 600 euro è possibile infatti acquistare un kit per la costruzione di una stampante tridimensionale, un congegno in grado di riprodurre piccoli oggetti. A seconda dei modelli di stampante (con prezzi che possono salire fino ad alcune migliaia di Euro) c’è la possibilità di stampare in materiali vari che vanno da differenti tipologie di plastica, sostanze a base vegetale, argilla e nuovi materiali sempre più resistenti che sono oggi in sperimentazione.

In piena sintonia con la filosofia del Web il lavoro dei makers è il più possibile aperto, ovvero i file vengono condivisi, i software e gli hardware per il funzionamento delle stampanti vengono implementati su base opensource ovvero lasciando la possibilità a tutti di aggiornare i propri modelli e di condividere le migliorie che si è riusciti ad apportare rendendo tutto disponibile in Rete.
Il gruppo bolognese di Make in Bo, dopo molti mesi di preparazione, ha deciso di organizzare meglio il lavoro dei suoi “FabLab” (veri e propri laboratori artigianali) dando vita ad un’associazione che è, a tutti gli effetti, una startup in grado di promuovere le potenzialità dello stampare in 3D e offrire un punto di riferimento nella nostra regione.

Grazie al lavoro dei ragazzi di Make in Bo la città di Bologna è diventata ufficialmente un 3D Hub, ovvero uno dei luoghi nel mondo dove è possibile mettere in comunicazione chi ha bisogno di stampare un oggetto con chi lo può effettivamente realizzare, facendo riferimento al portale Web olandese 3Dhubs.com che mette in comunicazione gli oltre 3000 artigiani della stampa in 3D sparsi nel pianeta con un altissimo numero di potenziali clienti. Proprio parlando con la referente di 3D Hubs abbiamo scoperto che solo in Italia ci sono 250 stampatori accreditati, che la città con più stampatori in Europa è Milano (sono 70, mentre nell’area bolognese sono 42), che il processore utilizzato nel mondo dalla maggior parte di queste stampanti è un prodotto made in Italy e si chiama “Arduino”, ma anche che i nostri makers hanno già vinto parecchi riconoscimenti internazionali e che in Emilia-Romagna sono nati i primi progetti di incontro tra il mondo dei makers amatoriali e le aziende artigianali.

Il tema è molto affascinante e ci ha convinto in modo particolare la dimensione etica del lavoro dei makers. Abbiamo infatti scoperto che invece di pensare a lucrosi brevetti o alla protezione delle proprie invenzioni ci sono makers che stanno lavorando per portare questa tecnologia nei più poveri slum di Nairobi per insegnare ai bambini che passano le loro giornate nelle discariche a riciclare la plastica per costruirsi da soli i giocattoli (creando nel contempo futuri artigiani), oppure chi sogna di poter costruire addirittura una casa usando la terra direttamente sul luogo di costruzione riducendo l’impatto delle nuove costruzioni o, più in generale, vige la logica di utilizzare le stampanti per ricostruire e riparare ad un costo contenuto oggetti rotti (che siano nuovi o preziosi cimeli da restaurare). Insomma un mondo un po’ misterioso tutto da approfondire, noi ci abbiamo provato, parlandone con alcuni dei protagonisti che abbiamo incontrato a Bologna… nelle interviste che seguono troverete utili spunti per saperne di più.

Intervista ad Andrea Sartori presidente di Makeinbo, Simona Ferrari responsabile Italia di 3D hubs e Massimo Moretti di Wasp Project

Buon ascolto e un saluto da Enzo Chiarullo

Quello che si sta sviluppando negli spazi di MakeinBo è il primo FabLab di Bologna, ovvero un laboratorio di fabbricazione digitale in cui si condividono sapere, conoscenza, attrezzature, hadware e software libero, con più modalità di relazione: verso la città e i suoi abitanti, configurandosi come biblioteca e scuola  tecnica, in cui i tesserati possono accedere a diversi tipi di servizi dedicati agli aspetti della formazione e condivisione; come partner per imprese e artigiani, per lo sviluppo di progetti e prodotti; e infine si propone a studenti, makers e creativi che abbiano esigenza di accedere a strumenti e competenze necessarie alla realizzazione dei propri progetti. La costruzione di FabLab Bologna che si completerà nei prossimi mesi è resa possibile grazie anche ai finanziamenti di IncrediBol! il bando comunale volto a sostenere l’innovazione nel settore culturale e creativo, vinto da MakeinBo lo scorso luglio 2013. Rivolgendosi a Make in Bo è possibile conoscere il nuovo calendario delle attività e dei workshop, che si vanno ad aggiungere a quelli già avviati a dicembre, ovvero il mini corso di elettronica per costruire Beam Robots e il ‘3D Printer Hospital – Pronto soccorso per le stampanti 3D’ evento free in programma tutti i mercoledì sera, dalle 20.30, aperto a chiunque voglia conoscere le attività dell’associazione, in modo particolare a chi si sta avvicinando alla stampa 3D o già possiede una stampante.

Per informazioni:
www.makeinbo.it
www.facebook.com/makeinbo?fref=ts
www.facebook.com/FabLabBologna?directed_target_id=0

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