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2 Febbraio 2011 | Eventi

Lady Performance is back

Marina Abramovic presenta a Bologna i suoi Sette Pezzi Facili

A cura di Piera Raimondi

Amo la Vita” ha risposto così Marina Abramovic a chi tra il pubblico le ha chiesto se avesse mai pensato di concludere la propria carriera con il suicidio.

Energica, centrata, sciamanica e luminosa, Lady Performance è tornata a Bologna per presentare Seven Easy Pieces, opera della filmaker sperimentale Babette Mangolte che ha ripreso alcuni passaggi cruciali delle performance tenute dalla Abramovic nel 2005 al Guggenheim Museum di New York. Il film, recentemente presentato al Moma, è stato introdotto venerdì 29 gennaio, nell’ambito di Arte Fiera, da Renato Barilli e dalla stessa Abramovic, in una stracolma aula di Santa Lucia.

Seven Easy Pieces
riassume in un’ora le 49 ore totali in cui l’artista di Belgrado ha reinterpretato sette celebri performances storiche, pietre miliari del genere, compiute dai suoi maggiori predecessori (Vito Acconci, Joseph Beuys, Valie Export, Gina Pane, Bruce Nauman) e da lei stessa. Con questo lavoro l’artista  ha raggiunto un doppio scopo,  appropriarsi  fisicamente di quelle opere e  consentirne una registrazione accurata, dato che quando sono state eseguite i mezzi tecnici risultavano ancora alquanto poveri.

Anche se, come ha spiegato, la registrazione non è la performance, Abramovic ha ricostruito, come un’archeologa, a partire da materiale fotografico e dai filmati dell’epoca, i lavori in questione e li ha interpretati, come fossero partiture.

In ciascuna delle sedute Marina è rimasta immobile per sette ore, immedesimandosi nelle azioni, dolorose, faticose, al limite, compiute dai predecessori. Ed è chiaro che per lei la performance è davvero una cosa seria

Intervista a Marina Abramovic

Ad Arte Fiera abbiamo incontrato anche Ginevra Grigolo, che di Marina Abramovic  era gallerista nel ’77.

Intervista a Ginevra Grigolo

Brano corrente

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