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16 Aprile 2016 | IBC news

Le forme della devozione

Reliquiari antropomorfi dalla diocesi di Imola

A cura di Valeria Cicala

Cari ascoltatori la mostra patrocinata dall’IBC e di cui è cocuratrice Lidia Bortolotti, funzionaria del medesimo, propone un tema di particolare rilievo nella cultura religiosa del mondo cattolico come pure dell’ortodosso: le reliquie e i reliquiari. Questi ultimi sono una vera sintesi di devozione, arte e storia.  

Con il titolo Exultabunt in Deo ossa humiliata. Reliquiari antropomorfi tra XIV e XIX secolo della diocesi di Imola, che si inaugura oggi, e rimarrà aperta al pubblico fino al 29 maggio 2016, si propone  un’esposizione di oggetti la cui tradizione affonda le radici nell’ambito del culto dei primi martiri cristiani attraverso i loro resti: la parola latina reliquae, infatti, ha proprio questo significato, e fu la madre dell’imperatore Costantino, la futura Sant’Elena a dare un forte impulso a questa forma di venerazione.  
Nell’uso corrente, viene considerata reliquia ogni oggetto che abbia avuto uno stretto rapporto con una figura la quale, per il suo percorso e per la testimonianza di fede giunta fino al martirio, è santificata e ciò che gli è appartenuto, o un frammento del suo corpo assume un valore devozionale, salvifico. Sovente si attribuiscono a quei resti potere taumaturgico, la possibilità, cioè, di essere guariti entrando in contatto con essi. Le figure fondamentali di questa tradizione oltre a santi e beati sono il Cristo e la Vergine Maria.

Un aspetto di non secondaria importanza è costituito dai contenitori realizzati nel tempo sia per custodire degnamente, sia per rendere possibile l’ostensione delle numerose e multiformi reliquie. Tra i corredi liturgici i reliquiari sono quelli che presentano il maggior numero di variazioni tipologiche e stilistiche, lo stesso si dica dei materiali impiegati nella loro realizzazione dall’Alto Medioevo all’attualità: oro e argento decorati frequentemente da smalti e gemme, ma anche emozionanti avori o  legno, spesso rivestito da lamina metallica più o meno pregiata. E ancora vetro e cartapesta.
I reliquiari antropomorfi propongono varie parti del corpo umano, quali mani, braccia, gamba o piede e, quando la raffigurazione è quella della testa o del busto del santo, l’aspetto e la storia di questi contenitori sfuma in quella del ritratto scultoreo
Anche le dimensioni hanno un loro rilievo, queste vanno dalle più contenute, quando questi oggetti sono destinati ad essere trasportati o indossati, via via fino alle teche realizzate per conservare le intere spoglie di un santo.

La mostra promossa dal Museo Diocesano di Imola, allestita nella Galleria Pio VII del vescovado propone una quarantina di manufatti – realizzati in materiali vari, quali l’argento, il rame, il legno laccato, argentato e dorato –  di grande interesse storico-artistico; questi sono custoditi non solo nel Museo Diocesano di Imola, ma anche in quello parrocchiale di Dozza e in diverse chiese della Diocesi. Sono di dimensioni variabili (da 32 a 130 cm di altezza), principalmente opera di botteghe attive a Imola, Bologna e in Emilia-Romagna, databili tra il XIV e il XIX secolo.
Il percorso espositivo desidera sollecitare un recupero intellettuale prima ancora che materiale di questi oggetto.

 Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it
Un saluto da Valeria Cicala

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