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3 Aprile 2012 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

Da Ushuaia all’Alaska in bicicletta

L’impresa di Raffaele Bedostri, con il patrocinio della Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel mondo. Seconda puntata: da Rio Gallegos a Tres Cerros

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

3 aprile 2012

Perito Moreno, 10 dicembre 2011

Il ghiacciaio Perito Moreno. Sono arrivato qui in autobus da Rio Gallegos; ho passato una notte a El Calafate e lunedì 5 dicembre al mattino un altro autobus mi ha portato qui. E’ uno spettacolo di ghiaccio che si riversa sul lago argentino tanto da chiuderne le acque arrivando alla sponda opposta del Brazo Ricco, il ramo del lago argentino. Il ghiacciaio è in continuo movimento, avanza di due metri al giorno e si sente il fragore del ghiaccio che si stacca e si riesce a vedere ogni tanto dei pezzettoni che cadono in acqua. Ha un fronte di 2 km e un’altezza di 60 metri. Spettacolare!

Coye Aike,6 dicembre

Dopo la gita domenicale al ghiacciaio Perito Moreno si riparte. Il vento è li che sta prendendo la rincorsa, la partenza alle 4 del mattino non conta come gli altri giorni. Oggi è rimasto sveglio ad aspettarmi, nelle prime ore fortunatamente non è forte, ma arriverà, oh se arriverà. Nel frattempo mi tengono compagnia quattro cagnoni buoni come il pane ma un po’ invadenti e pericolosi con le macchine che spesso si devono fermare per non schiacciarli. Non vogliono proprio tornare indietro, rimangono con me fino a sera e finché non decido di fermarmi e chiedere ricovero nei pressi di un container per operai stradali, fortunatamente aperto, dove mi rifugio. Quando arriva l’operaio che deve passarci la notte, devo sgombrare. L’operaio mi permette di montare la tenda all’esterno al riparo dal vento, mentre i cani fanno la guardia. Passerano la notte accucciati fuori dalla tenda ad aspettare l’alba per ripartire con me.  Bene, anche oggi 68 km nonostante il vento forte.

Pietra Buena, 10 dicembre

La sveglia presto regala delle bellissime albe! Dopo la giornata di vento, finalmente un po’ di tregua. Il 7 dicembre da Coye Aike a Monte Leon 131 km e il giorno dopo fino a Pietra Buena 57 km, sono state due giornate di sole pieno senza vento che mi hanno permesso di avanzare meglio. Il 7 ho incontrato una signora per strada che per la seconda volta mi vedeva circondato dai can, così si è fermata a chiedermi se erano miei. In quel momento ne erano rimasti solo due, gli altri, visto che da mangiare non ne avevano, se la sono data a gambe. Il fatto è che i due rimasti, ormai si erano fatti 80 km dietro di me, poveretti; erano belli stanchi anche loro. Così la signora li ha caricati sul pic-up e li ha messi insieme agli altri cinque che ha, sollevandomi da un pericolo: un pericolo per le macchine, per me e per loro. Finisco la giornata non lontano dal Paro Monte Leon, dove decido per l’ora ormai tarda di montare la tenda non molto lontano dalla strada. Il giorno dopo non mi rimane che di arrivare alla città Comandante Luis Pietra Buena: 57 km in tutta tranquillità.
Ancora una giornata senza vento mi permette di fare una bella tappa da Pietra Buena a Puerto San Julian di 134 km.
La strada aveva dei su e giù abbastanza impegnativi ma la mancanza totale di vento, solo una brezza nel pomeriggio, mi ha permesso di tenere una buona media, sotto un bel sole. Ho pedalato in braghette corte e maglietta, purtroppo la partenza mattutina mi fa coprire bene perché c’è freddo anche con i guanti. Ma quando esce a metà giornata, il sole scotta forte e mi scopro. Dicono che qui scotti molto il sole perché ci troviamo sotto il buco dell’ozono, me lo ripetono tutti continuamente. L’indomani pensavo di ripartire immediatamente ma lo stato di coma in cui mi trovavo quando mi sono svegliato al mattino del 10 dicembre mi ha fatto decidere per un giorno di riposo. Inoltre oggi tira vento forte ed è proprio stato meglio cosi.

Tres Cerros, 11 dicembre

Questa mattina mi alzo sapendo di dover fare almeno 150 km per trovare un posto dove mettermi al riparo dal vento. Parto presto e – incredibile – il vento non c’è! Riesco a fare un bel po’ di strada anche se ci sono diversi saliscendi, non troppo impegnativi. Mi trovo in mezzo a praterie dove a destra e a sinistra ci sono solo cespugli e a volte qualche animale, i guanachi, i nandù (gli struzzi) e molte lepri. L’orizzonte è infinito e così lontano che si nota la curva della terra dove il cielo e le nuvole baciano la prateria. La tappa di oggi è un po’ forzata, voglio arrivare a Tres Cerros che è l’unico punto di ristoro tra Puerto San Julian e Fitz Roy: 145 km da una parte e 130 dall’altra con in mezzo nada de nada. Comunque, arrivo senza problemi. Mi lasciano montare la tenda dietro la stazione di servizio: un bel posticino. Mi regalo una cena fuori, con pizza e birra.

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