Veterano della Grande Guerra, Lazare Ponticelli va verso i 109 anni ed è il più vecchio emiliano-romagnolo al mondo.
“Vero, aperto, finto, strano / chiuso, anarchico, verdiano / brutta razza, l’emiliano…”, canta Francesco Guccini in una celebre canzone. Razza di scorza dura, l’emiliano di montagna: come Lazzaro Ponticelli, che ha fatto l’emigrante, la guerra mondiale (la prima) e nella vita ne ha viste di tutti i colori, dal momento che viaggia verso i 109 anni. Nel novembre scorso gli ha dedicato un articolo Le Monde. Motivo: è stato l’unico dei sei reduci francesi della Grande Guerra ancora viventi a partecipare – e sulle proprie gambe – alla commemorazione della battaglia di Verdun.
Nato a Bettola, sull’Appennino piacentino, il 7 dicembre 1897, Lazzaro Ponticelli è emigrato poverissimo in Francia che non aveva ancora dieci anni, nel 1907, salendo su un treno a Piacenza per raggiungere i fratelli. A Parigi ha fatto lo spazzacamino e lo strillone di giornali, i tipici lavori degli italiani. “Distribuivo L’Intransigeant tra il Bon Marché e
Ponticelli si trova nei pressi di Verdun alla fine del 1915 quando, con l’entrata in guerra dell’Italia, gli viene detto che dovrà arruolarsi oltralpe. Lui non ne vuole sapere, si nasconde a Parigi finché, scoperto, viene caricato su un treno e portato a Torino da due gendarmi. Lì viene preso in custodia dagli italiani che, in quanto montanaro, lo mandano a combattere tra gli alpini sul fronte trentino. La sua trincea è a soli trenta metri da quella nemica. Sepolti nella neve, italiani e austriaci non hanno nessuna voglia di spararsi addosso e simpatizzano. “Loro ci davano il tabacco, che scambiavano con le nostre pagnotte. Quando lo stato maggiore l’ha saputo, ci ha dislocati in una zona più dura”.
Nel 1916, sul Monte Cucco, resta due giorni interi dietro la sua mitragliatrice. Fa duecento prigionieri. Dei colpi d’obice lo colpiscono al viso e resta accecato dal suo stesso sangue. Viene curato e torna al fronte.
Finita la guerra, Lazare Ponticelli ritorna in Francia per mettersi in società con i fratelli, tutti emigrati a Nogent-sur-Marne, un piccolo comune della banlieue parigina che tra gli anni Settanta e Ottanta dell’Ottocento ha visto radicarsi molti montanari dalle valli piacentine, l’alta Val Nure e
Lazzaro Ponticelli fonda con i fratelli un’impresa per la pulitura delle ciminiere che oggi è una multinazionale dell’impiantistica,