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19 Aprile 2011 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

Cervelli in fuga

L’imolese Mauro Degli Esposti è il ricercatore che classifica i Top italian scientists

A cura di Claudio Bacilieri

19 aprile 2011

Sono sempre interessanti le storie degli imolesi all’estero che Maria Adelaide Martegani da anni raccoglie sul sito del Nuovo Diario Messaggero, settimanale della diocesi di Imola, e ora anche sulla pagina facebook dedicata, appunto, agli “imolians”.

Ci ha particolarmente incuriositi la vicenda di Mauro Degli Esposti, biochimico imolese residente a Manchester, che lo scorso 28 settembre si trovava presso l’aula della VII commissione Cultura a Montecitorio, dov’era stato invitato da Laura Garavini, deputata di origini emiliane eletta nella circoscrizione estero, a partecipare all’audizione nell’anteprima dei lavori parlamentari relativi all’esame del disegno di legge in materia di riforma del sistema universitario.

La Garavini lo aveva conosciuto nel 2008 a un convegno ad Amsterdam, al quale Degli Esposti partecipava come ‘scienziato all’estero’ e come creatore e coordinatore del nuovo network Via-Academy, un’accademia virtuale nata per mettere in contatto fra loro i cervelli italiani in fuga nel Regno Unito e in Europa. La parlamentare ha presentato una proposta di legge, PRIME (Per una Ricerca Italiana di Merito ed Eccellenza) finalizzata a «dare un contributo notevole al rientro in Italia dei cervelli italiani in fuga», come lei stessa ha spiegato.

Quanti sono e quanto pesano questi cervelli di casa nostra, considerati tra i più produttivi al mondo, come lo stesso Degli Esposti, che dal 2003 insegna Molecular Toxicology all’Università di Manchester in Gran Bretagna, dopo aver lavorato a Bologna, a Melbourne e a San Diego?

Per dare una risposta a questi interrogativi il ricercatore imolese ha redatto una ricerca dalla quale risulta che buona parte dei migliori cervelli italiani sta all’estero, in particolare gli studiosi che hanno meno di 55 anni. Pochi quelli che hanno potuto dare in Italia importanti contributi alla ricerca senza dover fuggire.

L’idea di Degli Esposti di stilare assieme a Luca Boscolo, consulente informatico con esperienze internazionali, la classifica dei migliori scienziati del nostro paese sparsi nel mondo, si è concretizzata utilizzando un particolare sistema che si basa sull’indice “h” di Hirsch, l’h-index, uno dei parametri più usati a livello internazionale per valutare ricercatori e scienziati sulla base delle loro pubblicazioni e citazioni e quindi del loro impatto nel tempo, facendo però in modo di non favorire i più anziani: «Non esisteva nessuna analisi del genere, avevamo a disposizione finora solo una classifica relativa alle università e un’altra sugli accademici di fisica – spiega – I risultati dell’attuale classifica sono aperti a varie interpretazioni». Insomma l’Italia, da sempre refrattaria a valutazioni del suo sistema accademico, da alcuni mesi è all’avanguardia nella valutazione dei suoi migliori scienziati grazie all’iniziativa che Degli Esposti ha promosso all’interno della ‘Via’: la lista dei Top italian scientists.

Su lavoce.info, un sito web d’informazione, Mauro degli Esposti descrive il metodo e riporta la classifica relativa ai nostri migliori cervelli nel mondo della ricerca.

Sono al momento 785 i nominativi di medici, fisici, chimici, biologi, astrofisici, economisti, matematici, informatici ecc. Al primo posto nella lista Carlo Croce, genetista molecolare negli Usa, al secondo Napoleone Ferrara, catanese pure trasferito negli Stati Uniti, uno dei più brillanti scienziati a livello mondiale in campo oncologico e vincitore quest’anno del Lasker Awards, prestigioso premio internazionale raggiunto solo da Dulbecco e dalla Montalcini. Che la ricerca del biologo imolese ci stia indicando il prossimo premio Nobel? «Sta ora all’Italia creare le condizioni per far sì che il rientro in Italia abbia una reale attrattiva per queste persone», conclude Degli Esposti, anche lui nella lista dei Top italian scientists, come un altro famoso imolese all’estero, il professor Pier Luigi Gambetti, neuropatologo che dirige a Cleveland, negli Usa, il Centro di sorveglianza nazionale per le malattie da prioni ed è uno dei massimi esperti del morbo della mucca pazza. Gambetti si colloca al 55° posto con un alto indice ‘h’, pari a 66.

Di certo, la presentazione del lavoro del ricercatore di casa nostra alla Camera dei deputati ha riscosso molto interesse, tanto che l’onorevole Valentina Aprea, presidente della commissione Cultura, Scienze e Istruzione, ha chiesto a Degli Esposti di poter avere una memoria scritta del suo lavoro.

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