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22 Febbraio 2011 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

Dante Bigliardi

A un anno dalla scomparsa ricordiamo il dirigente della Filef di Reggio Emilia che si è prodigato a favore degli emigrati

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri

22 febbraio 2011

Cari ascoltatori, vogliamo ricordare a poco più di un anno di distanza dalla sua morte, una figura chiave del mondo dell’emigrazione emiliano-romagnola. Dante Bigliardi si è spento a 87 anni la sera del 29 dicembre 2009. Il 31 dicembre si sono svolte le esequie a Poviglio, in provincia di Reggio Emilia. Per lunghi anni membro della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, componente della segreteria regionale e presidente della Filef di Reggio Emilia, Bigliardi nel dicembre 2008 era stato insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica dal Presidente Giorgio Napolitano. Era una persona stimata e benvoluta, esempio di impegno tenace e disinteressato a sostegno dei diritti dei più deboli. Questa in sintesi la sua vita.

Nasce il 1° ottobre 1922 a Poviglio, in una famiglia contadina, ultimo di 9 figli. Durante gli studi aiuta i familiari nei lavori dei campi. Nel 1942 è militare a Milano e viene inviato al fronte in Africa. La nave sulla quale è imbarcato, affonda colpita da un siluro. Dante riesce a salvarsi a nuoto e ad aiutare altri commilitoni: per questo è nominato caporale. Assieme ai sopravissuti al naufragio, è raccolto da una torpediniera e trasportato in Grecia.

Rientra a Milano dove riceve l’ordine di partire per Caserta, da dove parte per la Jugoslavia, inquadrato nella divisione alpina Taurinense. L’8 settembre 1943 si trova a Niksic, nel Montenegro: la sua divisione decide di non sciogliersi e di affiancarsi alle formazioni partigiane del maresciallo Tito. Sui monti jugoslavi Bigliardi è ferito dall’esercito tedesco in ritirata. Viene curato con mezzi di fortuna dalle popolazioni contadine locali, che lo aiutano anche a sfuggire alle rappresaglie nemiche. Nel 1945, subito dopo la Liberazione, rientra in Italia. Aderisce al Fronte della Gioventù, organizzazione dei giovani antifascisti fondata da Eugenio Curiel, divenendone uno dei dirigenti provinciali.

Nei primi mesi del dopoguerra ospita nella sua casa colonica (già casa di latitanza durante la Resistenza) alcuni bambini provenienti da Milano, Rovigo e Napoli, affidandoli alle cure della madre e della sorella e facendo loro frequentare la scuola. Nel 1947 parte volontario per la Jugoslavia, con la Brigata del lavoro Eugenio Curiel, per partecipare alla costruzione della “ferrovia della gioventù”, la Shamar-Sarajevo, 200 km di percorso. Nel 1948 è in Sicilia, dove partecipa alle lotte contadine per la riforma agraria al fianco di Colajanni, Bufalini, Li Causi. Si trattiene in Sicilia per oltre dieci anni. Nel 1960 rientra a Reggio. È eletto consigliere comunale per il Pci a Castelnovo Sotto e assume la carica di capogruppo.

Insieme allo scrittore Carlo Levi, al senatore Luigi Gaiani e ad altri antifascisti, nel 1967 partecipa alla fondazione della Federazione Italiana Lavoratori Emigrati e Famiglie. Nel 1968, a seguito del terremoto che colpisce la valle del Belice, torna come volontario in Sicilia impegnandosi personalmente e coinvolgendo gli enti locali reggiani negli aiuti alle popolazioni colpite dal sisma.

Al rientro a Reggio riprende il suo lavoro presso la cooperativa di cui era dipendente. Inizia una nuova avventura all’interno della Filef, al fianco degli emigrati italiani che si erano trasferirti all’estero in cerca di un avvenire migliore. Gira l’Europa per sostenere le richieste e i bisogni dei nostri emigrati, tra i quali molti reggiani costretti ad andarsene dopo lo smantellamento delle Officine Reggiane. Si dedica con generosità anche ad aiutare quanti, dal Sud Italia, arrivano a Reggio. Mantiene vivi i contatti con la “Fratellanza Reggiana” di Parigi, fondata da italiani sfuggiti alle persecuzioni del regime fascista.

Divenuto poi presidente della Filef di Reggio Emilia e componente della segreteria regionale e della Consulta regionale emigrazione–immigrazione dell’Emilia Romagna, Dante Bigliardi ha ricevuto numerosi riconoscimenti sia dalle istituzioni italiane all’estero sia dai consolati esteri presenti in Italia. Fino all’ultimo ha partecipato alle riunioni della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.

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