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9 Maggio 2008 | Archivio / Scelto per voi

Il blues in salsa bolognese

Vi presentiamo il disco d’esordio dei Rock Train Slaves

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Mascia Foschi

9 maggio 2008

Hanno tra i 22 e i 23 anni i musicisti che nel gennaio 2004 hanno costituito i RockTrain Slaves. La band è nata per volontà dei bolognesi Andrea Folli, voce, armonica e chitarra acustica e Davide Parisini, batteria e cori, ai quali si è aggiunto un altro ragazzo bolognese, Eugenio Richetta, che insieme ad Andrea è l’autore di tutte le canzoni, oltre a suonare la chitarra solista, slide e acustica.
Con l’arrivo dell’ultimo componente del gruppo, il trentenne Alessandro Rizzato, un giovane ingegnere di origini baresi, il trio originario diventa un muro di suono, composto da quattro blocchi di cemento grondanti blues e rock’n roll.  

I tre ragazzi si sono avvalsi dell’esperienza di Alessandro, che col suo basso e, soprattutto con gli arrangiamenti, ha portato il gruppo a fare un salto di qualità, inserendolo tra le migliori band emiliane che hanno le loro radici nel rock-blues degli anni tra i Sessanta e gli Ottanta.

Nel 2008 esce il loro primo album, ““The rain can wait”.

Abbiamo qui con noi il portavoce del gruppo dei RockTrain Slaves, Andrea Folli.

Ciao Andrea. Vi chiamate “Rock Train Slaves”, “schiavi del treno del rock”: da dove viene questo nome?

La vostra musica è rock contaminato col blues. L’Emilia-Romagna (voi siete di Bologna) ha un cuore blues?

Ci presentate in breve il vostro primo album “The rain can wait”? La pioggia può attendere: ma il sole dov’è?

Il Delta del Po e quello, mitico, del Mississippi, hanno qualcosa in comune?

 
Le canzoni trasmesse nel corso dell’intervista sono:

– Dead man Walkin’
– The rain can wait
– Five string blues
– The sky is crying

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