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3 Maggio 2017 | Eventi

La felicità

Come i classici l’hanno declinata

A cura di Valeria Cicala

Un concetto davvero impegnativo e affascinante, Felicità, quello che sarà al centro della sedicesima edizione degli incontri ideati e organizzati dal Centro Studi “La permanenza del Classico” dell’Alma Mater Studiorum, fondato e diretto dal Professor Ivano Dionigi.

Dunque, care ascoltatrici e cari ascoltatori, anche quest’anno fiorisce a maggio il ciclo di letture e lezioni classiche che interrogano il presente attraverso i grandi testi dell’antichità greca, romana ed ebraico-cristiana.

Il ciclo di quest’anno s’intitola “La felicità”: “sul nome tutti concordano”, diceva Aristotele; sulla cosa, invece, l’umanità non ha mai smesso di interrogarsi e di dissentire, nel tentativo di rispondere alla domanda più antica e radicale: qual è la vita migliore, ideale, più felice”?

Agostino ci riferisce (nel testo la città di Dio) che nell’antichità ben 288 dottrine si sono cimentate sul quesito “che cosa rende l’uomo felice”. Le più svariate le risposte: chi poneva la felicità nella carriera, chi nella gloria, chi nel piacere, chi nelle ricchezze, chi nella politica, chi nella conoscenza.

Abbiamo pudore e paura a parlare di Felicità, soprattutto in riferimento alla nostra esistenza. Anche le parole differenti utilizzate per definirla denunciano la difficoltà e la complessità dei campi semantici che coinvolge. Alcuni esempi: insufficiente il latino felix, detto di qualcuno o di qualcosa “che ha successo, prosperità”, e quindi anche “fecondo, fertile”; ambiguo il termine fortunatus, voce neutra, “in preda alla fortuna favorevole o sfavorevole”, non corrispondente al greco eutychès, che ha significato solo positivo, “raggiunto da buona sorte”; improprio laetus, “lieto”, traslato dal significato originario di “grasso, fertilizzante”. Molte altre potremmo citarne ma forse è bene darvi qualche prezioso ragguaglio sui quattro incontri.

Gli incontri si svolgeranno, come sempre, ogni giovedì di maggio (4, 11, 18 e 25), alle ore 21, nell’Aula Magna di Santa Lucia e nella contigua Aula Absidale videocollegata. Tutti gli incontri saranno inoltre visibili in diretta streaming sul sito del Centro Studi “La Permanenza del Classico”.

Il ciclo sarà inaugurato giovedì 4 maggio dalla serata “La vita felice”: Carlo Carena e Ivano Dionigi ci guideranno in un percorso di oltre duemila anni – dal V sec. a.C. alla piena modernità ‒ attraverso le ‘vite ideali’ tratteggiate da filosofi e moralisti, in reciproco dialogo o reciproca polemica. Le letture – da Erodoto ed Epicuro fino a Pascal ‒ saranno affidate a due amatissimi quanto bravissimi interpreti, Roberto Herlitzka e Manuela Mandracchia, e saranno scandite dagli interventi musicali al pianoforte del Maestro Giuseppe Fausto Modugno.

Il secondo appuntamento, “Beatitudini”, giovedì 11 maggio, vedrà il graditissimo ritorno del Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura: sarà lui ‒ una delle voci più alte e autorevoli dell’interpretazione biblica e della teologia ‒ a commentare il rivoluzionario ‘discorso della montagna’, con i suoi antefatti profetici e le sue eco contemporanea. Accanto a lui, per dare voce ai testi di Antico e Nuovo Testamento, un interprete fuori dal comune quale Luigi Lo Cascio.

La terza serata del ciclo, “Ricchezza”, giovedì 18 maggio, ci provocherà con le riflessioni di Massimo Recalcati sulle radici psicologiche, e psicopatologiche, dell’avidità e del consumismo, e con la messinscena del Pluto di Aristofane, affidata alle invenzioni registiche e interpretative di una compagnia carissima al pubblico, Archivio Zeta, che ambienterà nell’Aula Magna un’originale rilettura di Aristofane in chiave contemporanea.

L’incontro “Felicità e politica”, giovedì 25 maggio, chiuderà il ciclo con il puntuale ma sempre atteso intervento di un intellettuale che onora della sua amicizia il Centro Studi fin dal suo nascere, Massimo Cacciari: spetterà a lui illustrare il nesso – per noi paradossale, ma ovvio per gli antichi – di “felicità” e “arte della politica”. Voci di autori classici e dell’età medioevale rivivranno nell’interpretazione di due protagonisti del nostro teatro quali Elisabetta Pozzi e Tommaso Ragno.

Il ciclo si giova delle nuove traduzioni e del contributo scientifico delle studiose e degli studiosi membri del Centro Studi “La permanenza del Classico”, Francesco Citti, Federico Condello, Elisa Dal Chiele, Camillo Neri, Lucia Pasetti, Daniele Pellacani, Bruna Pieri, Francesca Tomasi, Antonio Ziosi.

Un saluto da Valeria Cicala.

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