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6 Novembre 2010 | IBC news

Nel nome di Mami Wata – ‘sirena’ del vodu

A cura di Valeria Cicala

6 novembre 2010

A Rimini, al Museo degli Sguardi (via delle Grazie 12, sul suggestivo colle di Covignano), si può visitare una mostra che già dal titolo ci proietta in clima culturale e geografico di grande fascino: Nel nome di Mami Wata – ‘sirena’ del vodu.

Chi è Mami Wata? La definizione di sirena ci trasporta sulle acque, ci fa pensare ad un mondo di miti e di storie che appartengono alla letteratura di paesi tanto diversi tra loro. In questo caso, si tratta di una divinità venerata dalle popolazioni insediate lungo la costa atlantica dell’Africa, dal Senegal al Congo, che ne evocano lo spirito nella cornice del Vodu, termine africano che significa “divinità” – “segno del profondo”.

Il suo nome deriva dall’inglese “Mammy Water”, “Dea madre delle acque”. E le sue valenze sono diverse, in quanto dea madre ha un’accezione positiva: è colei che trasmette la vita, l’acqua stessa è un elemento vitale. Ma l’acqua è anche una forza distruttrice. La dea ha, infatti, due sembianze, sia quelle di una sirena, sia quelle di una giovane donna circondata da serpenti: genera la vita, ma può anche dare la morte.

Siamo di fronte ad una forma di religione che dall’Africa, a causa della tratta degli schiavi, si diffuse nelle Antille e nelle Americhe particolarmente in Brasile. La mostra si focalizza su alcune aree del continente africano attraverso un approccio pluridisciplinare ai temi dell’arte, della religione, della cultura popolare, della storia e dell’antropologia.

L’iniziativa, che ha una specifica valenza didattica, si avvale di laboratori e di iniziative collaterali di carattere artistico (un ciclo di film ed istallazioni sul tema del vodo) indirizzati agli studenti, per sensibilizzarli ad esperienze culturali e religiose e a valori simbolici di altri orizzonti nei quali è possibile scoprire anche le sotterranee affinità con le nostre radici.

Frutto della collaborazione tra il Museo degli Sguardi di Rimini e il Centro Studi Archeologia Africana di Milano, la mostra prosegue un percorso di impegno del Museo per la conoscenza e la valorizzazione delle produzioni di culture non europee esposte al Museo, un percorso sostenuto anche dall’IBC attraverso il Progetto ETNO e alcune esperienze di partenariato europeo (Museums Tell many Stories, MAP for ID – Museums as Places for Intercultural Dialogue) dirette alla esplorazione delle potenzialità culturali ed interculturali del patrimonio etnografico.

Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

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