“There is no alternative” (lo chiamano Paradigma TINA), “No future!”, “È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo” sono solo alcuni degli slogan più noti di quello che è diventato oggi un assioma: il mondo è condannato al collasso ambientale, alla solitudine digitale, al consumo infinito. Ateliersi lo mette in discussione con il suo nuovo spettacolo We did it!, in scena l’8 e il 9 maggio all’Atelier Sì, a Bologna. L’opera è ambientata in un futuro prossimo nel quale una figura in scena (Andrea Mochi Sismondi) ci accompagna lungo i sentieri che ha percorso con i suoi contemporanei per superare alcune delle crisi che oggi compromettono la permanenza della vita sulla Terra.
Scritto in forma di “documentario teatrale ipotetico” da Fiorenza Menni e Mochi Sismondi, We didi t! prova a raccontare ciò che non è accaduto, ma che avrebbe potuto, e ancora può, accadere, attraversando i mutamenti nei quali siamo immersi, dagli sconvolgimenti climatici a quelli bellici, proponendo il racconto di alcuni processi che potrebbero germogliare evolvendo gli schemi culturali che sono alla base del nostro vivere attuale. Sul palco, un futuro non distopico ma radicalmente possibile: città restituite ai cittadini, villaggi rurali rigenerati, relazioni umane che si prendono cura del vivente. Il tutto costruito con rigore drammaturgico e una limpidezza scenica che rifugge ogni retorica.
Ne paliamo nel podcast con il regista e attore.
Vedremo We did it! in Emilia-Romagna l’8 e il 9 maggio all’Ateliersì di Bologna, il 17 maggio alla Darsena di Ravenna nell’ambito di Po Blu River Fest, il 31 maggio ad Argelato per la Stagione Agorà, il 25 giugno alla Corte Ospitale di Rubiera, il 6 luglio al Festival Lupo di Montesole e il 20 luglio a Zocca nell’ambito di Entroterre Festival.
