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4 Febbraio 2008 | Archivio / Prodotti tipici e sagre

I Musei del gusto: il Pomodoro

Con questa puntata di Sapori d’Italia cominciamo un interessante viaggio all’interno dei Musei del gusto della Regione Emilia Romagna, sono tantissimi e vari e trattano dei più disparati prodotti dall’aceto balsamico tradizionale, a salame Felino, dal sale al burlengo, dal prosciutto alla castagna. Sono davvero tanti e per iniziare abbiamo scelto una vera chicca, un museo dedicato a un prodotto la cui immagine non è, per tradizione, così strettamente legata alla nostra terra, il pomodoro.

Parliamo del Museo del Pomodoro che è in realizzazione presso la  Corte di Giarola – Parco del Taro,  a Collecchio in provincia di Parma.
Sappiamo tutti che il pomodoro non è originario del nostro continente, ma è stato importato dalle Americhe, ma nonostante questo ad esso è associata l’idea della Dieta mediterranea che è tipica delle nostre regioni del Sud. L’Italia comunque oggi è uno dei maggiori produttori mondiali: quasi 900 mila tonnellate solo per la tipologia da tavola vengono raccolte su più di 24 mila ettari concentrati soprattutto in Sicilia, Campania, Lazio, Puglia e Veneto.

Ma anche in Emilia Romagna il rosso frutto succoso ha saputo ritagliarsi un suo spazio di produzione, molto rinomato, nel parmense, dove ha sede appunto il museo di cui vi stiamo parlando. 

Tutto nasce nella seconda metà dell’Ottocento, per mano di un agronomo dal nome di Carlo Rognoni che ne propagò la coltivazione, sostenendo la sperimentazione agronomica e la divulgazione presso gli agricoltori.
In quegli anni la scienza mette a punto le prime rudimentali tecnologie per le conserve. Rognoni “intuisce” che per dare un futuro alla coltivazione del pomodoro occorre creare e sostenere l’attività di trasformazione in conserve. Si affacciano così alla storia i “pionieri” dell’industria nascente, che si chiamano Mutti, Pagani, Rodolfi, Pezziol e altri ancora, che daranno vita a delle vere e proprie dinastie di imprenditori.
Ma il salto di qualità si farà nel 1922 con la  Stazione Sperimentale delle Conserve. Da allora l’innovazione tecnologica, l’assistenza alle imprese, il controllo di qualità, accompagneranno uno straordinario percorso, che giunge, ai nostri giorni, alla lavorazione di: un milione di tonnellate di pomodoro nel territorio provinciale.
L’altra “invenzione” tutta parmigiana è di tipo commerciale: la Mostra delle Conserve (antesignana dell’odierno CIBUS) che si andrà affermando a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso.
Una storia così ricca ha lasciato tracce evidentissime nei modi del vivere e del lavorare, oltre che del produrre. Si tratta di memorie, di persone, di macchine, impianti, confezioni dei prodotti, immagini grafiche e pubblicitarie da conservare e da raccontare nel museo di Collecchio.

E visto che stiamo parlando di musei e siamo in zona, vi segnaliamo a Ozzano Taro, presso il podere Bella Foglia il Bosco delle Cose, lo straordinario Museo della Civiltà Contadina che ospita la collezione raccolta nel corso di una vita da Ettore Guatelli (1921-2000), oggi di proprietà di una Fondazione pubblica, straordinario specchio di una cultura ormai scomparsa.

Ma non possiamo lasciarvi senza qualche stuzzicante ricetta che in questo caso ha per protagonista il pomodoro, ve ne riportiamo due che ci hanno particolarmente allettato ma altre ancora ne potete trovare sul sito del Museo del Pomodoro: 

Marmellata di pomodori verdi

Ingredienti per 4 persone:
1 kg di pomodori verdi
800 g di zucchero
1 limone

Lavare e asciugare i pomodori, togliere i semi e tagliarli a piccoli pezzi. Mettere in tegame e cospargerli con tutto lo zucchero, rimescolandoli bene. Lasciare riposare per 24 ore. Quindi bagnarli col succo del limone filtrato, mettere sul fuoco e lasciare cuocere dolcemente per circa 40 minuti fino a quando la marmellata non sarà pronta. Mettere in barattolo, lasciare raffreddare e quindi chiudere i coperchi. Lasciare riposare per almeno 90 giorni prima dell’uso. Consumare comunque entro un anno e mezzo.
Con la marmellata è possibile preparare gustose crostate o piccoli panini.

Pomodori verdi fritti

Ingredienti per 4/6 persone:
6 grossi pomodori verdi
125 grammi di farina bianca
4 uova
90 ml di birra
300 g di pane grattato
500 ml di olio di oliva per friggere
sale

Predisporre entro tre differenti ciotole: la farina, le uova sbattute con la birra, il pane grattugiato. Tagliare i pomodori, lavati e asciugati, in fette di circa 1 cm di spessore. Asciugarle bene, passarle nella farina, quindi immergerle nell’uovo e impanarle. Ripetere una seconda volta il passaggio nell’uovo e nel pane. Friggere in una padella con l’olio precedentemente scaldato 4/5 fette alla volta e cuocerle per circa 10 minuti. Rimuovere eventuali residui dall’olio prima di una nuova frittura. Scolare su carta assorbente e salare. Servire caldi.

Museo del Pomodoro:
C/o Corte di Giarola – Parco del Taro
Ingresso in Strada Giarola, 1143044 Collecchio (Parma)

Maggiori informazioni su questo Museo potete trovarle sul sito dei musei del cibo della provincia di Parma www.museidelcibo.it

 

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