27 gennaio 2010
Cari ascoltatori sono Julieta Paladino, corrispondente di Radio Emilia Romagna da Mar Del Plata, Argentina. In questa nuova rubrica dedicata alle ricette tradizionali della nostra regione volevo proporvi i piatti di un menù che mia zia Giovanna mi ha preparato molto di recente.
Mentre vi racconto le ricette che la zia mi ha dato, gli odori della sua cucina e di tante domeniche della mia infanzia mi tornano in mente. Sento l’aroma di tante squisite pietanze del mio passato, le voci dei miei cuginetti che giocano e la mia voce da bambina con l’accento bolognese che qui in Argentina adesso ho perso.
Le domeniche in famiglia a casa di tutte le mie zie saranno sempre presenti nel mio cuore perché loro come tante mamme, nonne e zie sono delle vere artiste e i loro piatti sono poesie!
Ma veniamo al menù:
– Tagliatelle tirate col mattarello con ragù di carne e funghi porcini raccolti dal marito di una amica della zia.
– Cotolette alla bolognese.
– Peperoni alla siciliana.
Ragú alla bolognese
Tritare cipolla, sedano e carota. Far soffriggere con olio e un po’ di burro. Aggiungere un po’ di pancetta macinata e una volta ben soffritto il tutto, aggiungere la carne macinata di “scanello” (che è una parte del manzo), una parte di lombo e qualche pezzettino di salsiccia. Far cuocere lentamente per mezz’ora rimescolando, aggiungere pomodoro concentrato e far cuocere per parecchie ore aggiungendo un po’ d’acqua. Sale a piacere.
Tagliatelle (ricetta per 8 persone)
Preparare la sfoglia (“spoia” in bolognese) con 4 etti di farina e 4 uova, stirarla e lasciarla asciugare. Una volta asciutta, tagliare le tagliatelle, cuocerle e condirle con il ragù.
Cotolette alla bolognese
Prendere delle fette di carne di vitello, impanarle in un uovo con parmigiano e sale e poi nel pan grattato.
Riscaldare l’olio in una padella e friggere le cotolette. Quando sono cotte, metterle in un tegame con un po’ di burro e avvolgerle con una fetta di prosciutto di Parma e spargerci sopra delle scaglie di parmigiano.
Una volta i contadini facevano bollire il latte delle loro mucche e coprivano la cotoletta con un po’ di panna. Un’altra possibilita sarebbe quella di metterci sopra una grattatina di tartufi.
Tanti anni fa la donna di casa che cucinava e dirigeva la famiglia, nelle campagne di Bologna veniva chiamata “zdoura”. Tante definizioni ed espressioni in bolognese putroppo si stanno perdendo, era il nonno Armando (padre di mia zia) colui che a casa ricordava sempre questi detti.
Peperoni alla siciliana
Tagliare i peperoni a pezzetti, togliere il bianco interno, soffriggerli con un po’ d’olio. Quando è quasi finita la cottura, aggiungere dei pinoli e dell’uvetta che era stata idratata con acqua, vino o cognac per un quarto d’ora. Cucinare finché i peperoni diventino un po’ croccanti.
E dopo avervi portato nella cucina della zia Giovanna, avervi circondato coi suoi aromi e le sue prelibatezze non mi resta che augurarvi: Buon appetito!