24 settembre 2012
Cari ascoltatori,
eccoci al secondo appuntamento dello Sguardo degli altri, la nuova rubrica della nostra radio nata per indagare cosa ci spinge a vivere, far crescere i nostri figli, lavorare in un posto che non è quello dove siamo nati. Attraverso una serie di interviste a protagonisti della cultura e della società emiliano romagnola esploreremo quali sono state le mitologie, le necessità, le casualità che hanno portato questi nuovi abitanti nella nostra regione.
L’incontro di oggi è con lo scrittore Marcello Fois nato a Nuoro nel 1960 e cittadino bolognese dalla fine degli anni Settanta.
Fois è un autore prolifico, il suo primo romanzo, Ferro recente, è pubblicato nel 1992 grazie al bolognese Luigi Bernardi e alla sua Granata Press. Con Picta, dove protagonisti dei racconti sono grandi pittori, quadri celebri o i soggetti stessi di alcune opere pittoriche, nel 1992, vince il Premio Calvino. Nel 1998 con Sempre caro vince il premio Scerbanenco, premio dedicato al giallo. Nel 2001 scrive Dura Madre e entra nel catalogo Einaudi, nel 2007 Memoria del vuoto vince il Grinzane Cavour.
Di quest’anno è Nel tempo di mezzo, storia del sardo friulano Vincenzo Chironi che, adulto, torna in Sardegna e lì ricomincia a vivere, a diventare se stesso. Il libro è stato finalista allo Strega, ha vinto il premio Elsa Morante, il premio Castiglioncello e ha guadagnato il terzo posto al Campiello che Fois ha dedicato ai minatori del Sulcis che con la forza di una metafora “per dimostrare di essere vivi si sono dovuti auto-seppellire sottoterra”.
Fois non è solo un romanziere, sua la sceneggiatura del film Ilaria Alpi, il più crudele dei giorni e sua la piece teatrale Stazione, un atto unico per la commemorazione delle vittime della strage alla stazione di Bologna. Fois scrive anche per la televisione è tra gli sceneggiatori di Distretto di Polizia.
Ascoltiamo come è la “sua” Emilia.
Intervista Marcello Fois
