13 giugno 2012
Cosa ci porta a decidere di vivere in un luogo che non è quello in cui siamo nati? Quali le immagini, i racconti, le necessità, ma anche le fascinazioni, le occasioni, le speranze di chi sceglie di fare un passo un po’ più in là.
“Lo sguardo degli altri”, la nuova rubrica della nostra radio, è nata per indagare, grazie a una serie di interviste, questo moto dell’animo umano da un particolare punto di vista: quello di chi ha deciso di venire a vivere qui da noi, in Emilia Romagna.
E poiché anche le mitologie, l’immaginario collettivo, i luoghi comuni su una città mutano con il passare del tempo, hanno una loro stratificazione storica, intervisteremo anche chi ha scelto di vivere qui qualche tempo fa.
Il nostro primo incontro è con Silvia Avallone, giovanissima autrice di “Acciaio”, grande successo editoriale uscito per i tipi di Rizzoli nel 2010 e già tradotto in 18 paesi.Il romanzo ha vinto il Premio Campiello 2010 opera prima, il Premio Flaiano 2010, il Premio Fregene 2010 e si è classificato secondo al Premio Strega 2010. Da “Acciaio” è stato tratto un film con la regia di Stefano Mordini che uscirà nelle sale nei prossimi mesi.
Silvia è nata a Biella e ha vissuto negli anni dell’adolescenza a Piombino, città teatro del suo romanzo che narra le vicende di due amiche quattordicenni alle prese con i drammi dell’adolescenza e la vita di perifieria. Si è laureata a Bologna in filosofia con una tesi su “La storia” di Elsa Morante e da un anno a questa parte ha deciso di mettere radici a Bologna.
Sentiamo come è andata.
Intervista alla scrittrice Silvia Avallone
NdR: l’intervista è stata registrata in data antecedente al 20 maggio, giorno della prima scossa del terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna.