Cosa rimane, è il sottotitolo di questa edizione di Ipercorpo che anche quest’anno allarga il proprio orizzonte ai territori dell’arte e della musica. Originando dal teatro come luogo di incontro e scambio di esperienze, dalla sua forza sintetica, l’azione degli artisti ospiti si espande alla musica, all’arte contemporanea e alla video-danza, lasciando allo spettatore la possibilità di riannodare le fila del discorso che i curatori del festival hanno immaginato. Perché se plurali sono le arti, e come da tradizione, anche i luoghi che il Festival abita, plurale è anche la direzione artistica che vede un team composto da Claudio Angelini, Mara Serina, Valentina Bravetti, Silvia Mei per il teatro, Davide Ferri per l’arte, Davide Fabbri e Elisa Gandini per la musica, sette specificità per un progetto artistico condiviso che nella direzione del contemporaneo, con proposte interdisciplinari, punta la sua rotta verso l’Europa. Di questa tredicesima edizione conversiamo con il direttore artistico di Ipercorpo, Claudio Angelini
Intervista a Claudio Angelini
Progettato da Città di Ebla, Ipercorpo negli anni ha saputo intercettare il sostegno del MIBACT – Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Romagna Acque, e ha costruito un decennale rapporto con la cantina vinicola Poderi dal Nespoli, che è il main sponsor. Il Festival quest’anno invaderà il centro storico di Forlì e in particolare il Teatro Diego Fabbri, la Chiesa di San Giacomo e il Palazzo del Monte di Pietà (Arte al Monte/Regnoli 41), ma con il cuore pulsante della programmazione nell’Ex centrale avicola Amadori, con i suoi 12.000 mq di terreno abitato da capannoni in disuso, un nuovo spazio temporaneo in attesa di poter tornare nell’Ex Deposito ATR che intanto vede l’inizio dei lavori di rigenerazione.