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10 Dicembre 2007 | Archivio / Una città una storia

N°87-UNA CITTA’ UNA STORIA

Cesenatico.

Cari ascoltatori, in questa puntata di Una città una storia vogliamo portarvi a Cesenatico in dialetto romagnolo Ziznatic, la famosissima cittadina della riviera adriatica che in questo periodo ospita uno dei presepi più curiosi della Regione. Nello splendido scenario del Porto Canale, sulle barche del Museo della Marineria, sono sistemati infatti i personaggi del popolare presepe.
Le sculture a grandezza naturale, con abiti e drappeggi in tela trattata con la cera che un tempo serviva per ammorbidire il sartiame, riproducono le figure tipiche della vita marinara, il pescatore, la pescivendola, la donna della piadina, i delfini, mentre rendono omaggio a Gesù Bambino.
I colori sono quelli con cui venivano tinte le vele. Il risultato, di grande effetto, ed è reso ancora più suggestivo dalle luci che avvolgono le imbarcazioni.
Ma vi abbiamo portato fino a Cesenatico anche per raccontarvi un’altra storia. Quella del porto leonardesco. Dovete sapere che il porto che potete vedere ancora oggi è stato disegnato e pensato  nientemeno che dal genio di Leonardo Da Vinci che realizzò l’opera su ordine della famiglia Borgia, che dominava la Romagna in quegli anni. Leonardo risolse un problema annoso e che pareva irrisolvibile ai luminari dell’epoca: la conformazione del fondale marino provocava l’insabbiamento dell’imboccatura del porta che diventava, di conseguenza, inservibile. Da Vinci modificò l’orientamento e la lunghezza delle palizzate, creò grandi bacini artificiali e conferì al canale la classica forma a zig-zag.


Ma aver aperto un approdo verso il mare costò caro a Cesentaico. Il pericolo a quei tempi arrivava da tutte le parti, anche  dal mare. I pirati, dapprima i veneti che avendo fallito l’assedio a Rimini in quanto ben munita di cannoni e munizioni, trovarono facile vittoria a Cesenatico che fu depredata di ogni suo bene. Poi fu la volta degli Uscocchi, popoli di origine slava che razziavano le coste romagnole e marchigiane ed infine i Turchi che proprio in queste zone facevano incetta di schiavi cristiani da deportare in Nord Africa.


Ma i tempi per fortuna cambiarono e nel Settecento, Cesenatico, grazie al suo porto, comincia a divenire una cittadina piena di commercio, una nuova ventata di ricchezza che spinge la popolazione  a rivendicare piena autonomia dalla città di Cesena. Autonomia che diventa fattibile con  l’arrivo delle truppe napoleoniche. E poi è tutto un vai e vieni. Nel 1798 Cesenatico si stacca da Cesena divenendo comune autonomo ma con l’arrivo degli austriaci nel 1799 viene riportato l’antico ordine ma nel luglio del 1800 i francesi ritornano e Cesenatico diviene nuovamente autonoma. Il 3 giugno del 1842 Cesenatico è comune autonomo con propri e definiti confini.


Il 16 giugno del 1849 Garibaldi entra in città fra il giubilo della popolazione, divenendo il “mito fondatore” della futura identità cittadina, col plebiscito del marzo del 1860 Cesenatico viene annessa al Regno dei Savoia  e poi al Regno d’Italia. Purtroppo il fascismo e la guerra portano a Cesenatico danni ingentissimi tanto che si dovette a ricostruirla quasi per intero. Il palazzo comunale, la torre dell’acquedotto, il faro, il molo e tutte le barche, il mercato del pesce, la scuole nonché le frazioni di Villalta, Sala, Cannuceto, Villamarina, Bagnarola furono praticamente rase al suolo. L’incubo svanì il 20 ottobre 1944 con l’ingresso dei Neozelandesi alleati.


Immediatamente vennero riavviati i lavori di restauro e di ricostruzione. Nel 1945 venne data forte impulso alla pesca con la creazione della cooperativa dei pescatori e venne dato un nuovo impulso al turismo che porterà Cesenatico a primeggiare in questo campo. Molte delle antiche “ville” vennero convertite in alberghi, vennero avviate nuove colonie, e la costruzione del famoso grattacielo, oggi simbolo della città,  che diede l’avvio ad una nuova era incentrata sul turismo.


A cura di Marina Leonardi

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