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30 Novembre 2018 | Cinema

Strange Fish

Il film di Giulia Bertoluzzi racconta l’altro Mediterraneo

A cura di Anna Sbarrai

Come ci si sente a vedere un corpo morto fluttuare nel mare come… uno “strano pesce”? Possono rispondere a questo i pescatori di Zarzis, cittadina della Tunisia ai confini di una devastata Libia, dove la pesca è oggi fonte di paura e dolore, ma anche di umanità e solidarietà. La piccola comunità di Zarzis è un gruppo di resistenza sociale e civile, resistenza contro la disumanità che nell’ultimo ventennio ha reso il Mediterraneo un cimitero della vergogna. Dai primi anni 2000, grazie alla solidarietà di queste persone, sono state salvate migliaia di vite e, purtroppo, moltissime altre hanno trovato sepoltura grazie alle braccia pietose di Chamseddine Marzoug, oramai divenuto becchino delle incognite. Dobbiamo a Strange Fish della parmigiana Giulia Bertoluzzi la scoperta di questa storia che, ha unito il suo essere giornalista d’inchiesta alla passione per il cinema di realtà. Parmigiana anche la produzione, curata da Small Boss, casa fondata quattro anni fa dai giovani Matteo Ferrarini e Matteo Pecorara.
Strange Fish sta partecipando e ottenendo premi in diversi festival internazionali e, proprio in questi giorni, il cast è impegnato a Marsiglia al Primed.

Ho raggiunto telefonicamente Giulia e, consapevoli della grandissima attualità del tema, abbiamo parlato di questa esperienza cinematografica e umana

Intervista a Giulia Bertoluzzi

Da Primed si attendono anche notizie sulla futura distribuzione di Strange Fish, vi terremo pertanto aggiornati. Per questa settimana è tutto. Un saluto da Anna Sbarrai.
 

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