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22 Dicembre 2008 | Eventi live

Filarmonica Toscanini: musiche di Barber, Bernstein, Hanson

Dirige David Agler , Massimo Quarta al violino

A cura di Cinzia Leoni

22 dicembre 2008

Il programma di oggi, diretto da David Agler ci propone L’Ouverture per The School of Scandal di Samuel Barber, un uomo di grande cultura anche extramusicale la cui ispirazione spesso giunge da opere letterarie e poetiche come quelle di  Percy Bysshe Shelley, Emily Dickinson, William Butler Yeats, James Joyce, ricreando l’intenzione poetica solo attraverso strumenti e voci.
Barber ha composto l’Ouverture per The School of Scandal a 21 anni (nel 1931); è ‘musica a programma’ come l’ha definita lui – nata in seguito alla lettura della commedia sentimentale scritta da Richard Brinsley Sheridan, esuberante, piena di buonumore con pungente ironia (sul modello del Tartuffe di Molière, per intenderci) e con lieto fine (l’amore trionfa coronato anche da un successo finanziario). Stilisticamente appartiene al cosiddetto neoromanticismo al quale Barber è rimasto legato fino agli anni Quaranta, momento da cui ha attuato una sorta di parziale emancipazione stilistica, utilizzando anche procedimenti dodecafonici (Sonata per Pianoforte op. 26 del 1949), armonie particolarmente dissonanti (Symphony Dedicated to the Air Force del 1944) e politonalismo (nella fuga dell’Essay per orchestra del 1942).

Il secondo brano di Barber che vi proponiamo  è stato commissionato al compositore nel 1939 da Samuel Fels, imprenditore ma con grande passione per le arti. Si trattava di un concerto per violino ed orchestra da far eseguire ad Iso Briselli, giovane violinista di origine russa, suo protegé e compagno di studi di Barber al Curtis Institute of Music di Philadelphia. La composizione fu interrotta a causa del rimpatrio di Barber imposto dai nazisti  a tutti gli americani. Tuttavia i rapporti di amicizia con Briselli gli consentirono di inviare prima del rimpatrio il lavoro incompiuto (i primi due movimenti), che furono giudicati con “entusiasmo e ammirazione anche se troppo facili”. Terminato anche il terzo movimento in cui Barber aveva aggiunto molto virtuosismo strumentale (troppo, secondo Briselli). Eseguito nel 1941 il concerto ricevette una buona accoglienza da parte di pubblico e critica, a causa anche di una forte connotazione di facile lettura, determinata da slanci lirici di colore vocalistico (del violino solo, di un importante a-solo di oboe, della scrittura armonica di supporto), da caratteristiche più di forma sonata che di concerto per strumento solista, di spunti rapsodici, ovvero liberi  – in particolare mi riferisco al secondo movimento – e di una estroversa e ‘paganiniana’ virtuosità del ‘perpetuum mobile’ su cui è incentrato il terzo movimento.
E fu soprattutto grazie ad una magnifica incisione effettuata nel 1965 da Isaac Stern e Leonard Berstein –  riferisce il compositore – che il concerto è entrato nel repertorio dei principali lavori per violino ed orchestra.

Ouverture da Candide è invece il brano che ascolteremo composto da Leonard Bernstein…  appassionato d’opera fino a considerarla “la nona Meraviglia del Mondo”. dopo il primo insuccesso (nel 1956) Bernstein ha voluto riproporre  il suo Candide, rivedendolo e ricorreggendolo diverse volte (nel 1973 e quindi nel 1989). La partitura del Candide appartiene alla serie di capolavori che sono difficilmente classificabili entro un preciso genere, come per esempio Il viaggio a Reims di Rossini o Les Contes d’Hoffmann di Offenbach. Bernstein ha avuto grande supporto dai molti estensori del libretto che contribuirono alla elaborazione del testo mantenendo sostanzialmente intatto lo schema della vicenda ed il succedersi dei personaggi del romanzo di Voltaire, che qui diventa il narratore degli eventi. Ed è proprio lui che, attraverso peripezie umane e psicologiche, metterà in discussione con ironia elegante e raffinata il credo illuminista, contestando la centralità dell’Uomo rispetto all’Universo e, di conseguenza, la Ragione che tutto giustifica.
Musicalmente Candide accoglie in sé una moltitudine di stili e caratteri che si reggono tra loro come in un castello di carte, fragili, leggeri ed in bilico tra l’allegria spensierata dell’operetta, il turbinìo spettacolare del musical (anche se non ne ricalca la forma) e il profondo lirismo del teatro musicale classico; ed a tal proposito si noti come siano frequenti le citazioni di struggenti arie pucciniane, di cori alla Verdi ed alla Rossini, di sensualità tutta francese alla Bizet e di ampiezza del tessuto narrativo alla Gounod. Con ciò Bernstein intende dare una significativa esemplificazione dell’efficacia di una disinvoltura comunicativa che preveda l’abolizione dei generi ‘alti’ e ‘bassi’ ovvero annulli la distinzione fra musica ‘leggera’ e ‘colta’.

L’eccleticità intellettuale e professionale che connota Samuel Barber e Leonard Bernstein, la si ritrova anche nella dimensione professionale di Howard Hanson: compositore, direttore, insegnante, teorico e primo americano a vincere il prestigioso ‘Prix de Rome’. Nato in America, negli Stati Uniti, da genitori svedesi (il mio cognome infatti sarebbe ‘Eckstrom’, americanizzato in ‘Hanson’) conserva nel suo lavoro le ‘radici nordiche europee’ che hanno dato l’imprinting al suo stile, ascrivibile alla corrente neoromantica americana. Direttore della Eastman School of Music per quaranta anni facendola diventare una delle più prestigiose scuole d’America, Hanson ha creato attorno ad essa  numerosissime iniziative finalizzate alla valorizzazione della musica di compositori americani.
Per quanto riguarda la Sinfonia n. 2, ne è annuncio programmatico il titolo: Romantic. In un momento storico in cui Debussy, Stravinskij e Schönberg stavano esplorando nuove soluzioni strutturali,  con la sua opera  Hanson voleva percorrere vie sonore estremamente familiari al grande pubblico (in seguito, alcune parti di questa sinfonia furono utilizzate per i titoli di coda del film Alien,  valorizzando così la notevole capacità comunicativa che ha il suo sound orchestrale).
L’intento artistico che ha pervaso tutta L’opera di Hanson è stato quello di creare una ‘voce americana’ in grado di mantenere quale punto di riferimento l’ambito tonale, scrivendo musica che potesse utilizzare formule armoniche e melodiche ben consolidate. “Il primo movimento – commenta Hanson in merito alla sinfonia – è permeato da una dolcezza armonica e alterna momenti di intenso slancio lirico con fasi di vere e proprie ‘fanfare’ che riecheggiano anche nel secondo movimento (in cui riprendo alcuni materiali tematici già esposti precedentemente) e che è caratterizzato da un ampio ‘tema con variazioni’. Il terzo movimento chiude la sinfonia attraverso una sorta di riassunto tematico proposto orchestralmente con una ‘estroversione cinematografica’ ovvero mediante una brillantezza che riecheggia i grandi momenti musicali hollywoodiani. Quello che ha inteso ricreare e che anche Samuel e Leonard hanno perseguito è, in definitiva l’individuazione di Nuove Atmosfere sonore che fossero facilmente riconoscibili (ed apprezzabili) dal grande pubblico.
Ascoltiamo ora la Sinfonia n. 2 op. 30 Romantic

PROGRAMMA

Filarmonica Arturo Toscanini
David Agler – Direttore
Massimo Quarta – Violino

SAMUEL BARBER
Ouverture da The school for Scandal. Concerto per violino op 14

LEONARD BERNSTEIN
Ouverture da Candide

HOWARD HANSON
Sinfonia n. 2 op. 30 Romantic

Brano corrente

Brano corrente

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