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28 Marzo 2009 | Eventi live

FontanaMIXensemble

Il concerto dei FontanaMIXensemble realizzato il 10 marzo scorso a Bologna

A cura di Cinzia Leoni

28 marzo 2009

Cari ascoltatori vi proponiamo oggi il concerto dei FontanaMixensemble, realizzato il 10 marzo scorso a Bologna nell’aula absidale di Santa Lucia,  in collaborazione con il Centro La Soffitta, e il Dipartimento Di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna.

Il concerto fa parte della rassegna, EXITIME, ideata dagli stessi Fontanamix nel 2004 e che prosegue, alla  quinta edizione, il suo percorso nel complesso universo delle nuove musiche, un progetto inserito all’interno della programmazione musicale del CIMNES Dipartimento di Musica e spettacolo dell’Università di Bologna.  Exitime è uno spazio aperto nel quale la creatività compositiva dei musicisti contemporanei può esprimersi al meglio, come nel caso del FontanaMIXensemble, che  presentano tre nuovissime partiture di giovani compositori bolognesi, Corrado Carnevali, Paolo Ingrosso e Andrea Sarto. Inoltre il concerto di questa sera, offre un omaggio al Novecento storico con due capolavori del pianismo novecentesco – due Préludes di Claude Debussy e la Sonata di Alban Berg – insieme alle rispettive trascrizioni per ensemble cameristico, anch’esse in prima esecuzione.

Prima di passare al concerto parliamo del Fontanamixensemble con uno dei suoi fondatori Francesco la Licata. Maestro Buongiorno…

Come nasce il Fontana mix enseble? Quali sono le sue caratteristiche?

Su che tipo di musica si focalizza il vostro lavoro?

Quanti musicisti hanno collaborato finora a questo progetto? Con quali direttori avete collaborato?

Com’è nata la rassegna Exitime?

Cosa c’è nel futuro dei Fontanamix,quali sono i prossimi progetti?

Ha debuttato nel 2002 con un concerto per il Bologna Festival e da allora ha collaborato con le più importanti istituzioni musicali bolognesi: il Teatro Comunale, La Soffitta, il Museo della Musica, il Festival Angelica, l’Arena del Sole. Si esibisce in numerose sedi concertistiche, fra cui il Festival REC di Reggio nell’Emilia, l’Istituto di Cultura giapponese di Roma, il Festival Milano Musica, l’Associazione Nuova Consonanza di Roma, gli Amici della Musica di Palermo.
In particolare il loro lavoro si focalizza sul ’900, assieme alle proposte di nuove opere, spesso appositamente commissionate.
Col FontanaMIXensemble, diretto fin dalla fondazione da Francesco La Licata, hanno collaborato i direttori Yoichi Suiyama e Giorgio Magnanensi, il mezzosoprano Monica Bacelli, il basso Nicholas Isherwood, il pianista Mauro Castellano, i violoncellisti Frances-Marie Uitti e Francesco Dillon, la flautista Thuridur Jónsdóttir, il violinista Paolo Chiavacci, il contrabbassista Stefano Scodanibbio, il coreografo Luca Veggetti.
Nel 2008 l’ensemble ha dedicato tre progetti di particolare rilievo a Mauricio Kagel (esecuzione della Rosa dei venti), a John Cage (creazione presso il MAMbo di uno spettacolo multimediale su Variation III) e a Wolfgang Rihm, al quale ha dedicato tre concerti nell’àmbito di questa edizione della rassegna EXITIME)

A dirigere il Fontanamixensemble  in questo concerto abbiamo Mino Marani, giovanissimo del 1985, diplomato in pianoforte con lode e menzione d’onore al Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena. Ha iniziato lo studio della direzione d’orchestra con Francesco La Licata, ed è attualmente allievo di Renato Rivolta nella Scuola Civica di Milano. Ha seguito numerosi corsi di perfezionamento sia in pianoforte (fra l’altro con Elisso Virsaladze, Vitalij Margulis, Davide Franceschetti) sia in direzione d’orchestra (fra l’altro con Peter Gülke, Piero Bellugi, Wolfgang Doerner, Sandro Gorli). Dopo aver frequentato i Laboratori sulla musica da camera del XX secolo nel Dipartimento di Musica e Spettacolo, dal 2007 collabora col FontanaMIXensemble.

Cari ascoltatori di RadioEmiliaRomagna abbiamo con noi il Direttore d’orchestra Mino Marani Buonasera…

Lei si è diplomato in pianoforte con lode e menzione d’onore al Conservatorio “Bruno Maderna” di Cesena, sotto la guida di Victoria Pontecorboli. Quando è nata questa grande passione per la direzione?

Ferruccio Busoni compositore  dell’800,ma anche direttore d’orchestra, e direttore del conservatorio di Bologna, sostiene che lo strumento è  solo il medium di un’idea musicale pura. Anche lei la pensa così?  Qual è il ruolo degli strumenti nelle trascrizioni di questa sera ad esempio?


Quali sono stati gli artisti che hanno maggiormente influenzato il suo stile?


Il concerto di questa sera è dedicato a giovani musicisti, autori e interpreti. Secondo lei è difficile trovare spazi come Exitime per far conoscere la musica dei giovani musicisti?


Che progetti ha per il futuro?

Bene allora torniamo al programma di questa sera.  Ce ne può parlare? ( Lei è l’autore  della trascrizione per ensemble  della sonata n.1 di Alban berg che ascolteremo tra poco.  Qual è stata l’idea musicale da cui è partito nel riscreivere la sonata per ensemble? Nel corso del suo lavoro di trascrizione qual è stato  il suo atteggiamento nei confronti dell’opera originale ( di approfondimento, scoperta, arricchimento?)

Il FontanaMIXensemble è composto da:
Lavinia Guillari, flauto
Marco Ignoti, clarinetto
Sabino Monterisi, sax
Enrico Bernardi, pianoforte
Violetta Mesoraca, violino
Jo Marie Sison, violino
Chie Yoshida, viola
Viola Mattioni, violoncello
Emiliano Amadori, contrabbasso

 

Il programma
Il concerto si apre con In selge Weiten di Corrado Carnevali per flauto, clarinetto, pianoforte, violino e violoncello (2008). Ispirata al Pierrot lunaire di Schönberg – le parole «In selge Weiten» ricorrono nel penultimo verso dell’ultimo dei 21 melologhi, O alter Duft – la composizione consta di cinque sezioni che si succedono in modo palindromo: la prima, la terza e la quinta sezione condividono lo stesso materiale, così come la seconda e la quarta. Al pianoforte spetta una parte di rilievo: nelle sezioni estreme predomina la ricerca di raffinati impasti timbrici, mentre quelle centrali sono caratterizzate da episodi contrappuntistici.

Esecuzione In selge Weiten

Si passa indi al Novecento storico con due preludi pianistici di Debussy, Brouillards e La Puerta del Vino, poi trascritti per ensemble cameristico da Alessandro Pivetti. Nei due brani (1913) confluiscono alcune suggestioni poetiche ricorrenti in Debussy: in Brouillards (‘Nebbie’) il motivo del flou, dello sfumato, delle atmosfere indistinte, reso dallo scorrere veloce delle quintine che creano aggregati policromatici; nella Puerta del Vino – ispirato a una cartolina raffigurante la porta di Granada, inviatagli dal compositore Manuel de Falla – è il motivo dello spagnolismo, che spicca nel basso ostinato della mano sinistra, con lo schema ritmico tipico dell’Habanera, danza di origine ibero-americana. Nelle trascrizioni, Pivetti punta alla “sonorità” generale dei brani più che al rispetto del contenuto diastematico: ne risulta una raffinata ‘traduzione’ del colore pianistico – l’equilibrio fra le dinamiche e fra i registri della tastiera – nella tavolozza timbrica dell’ensemble strumentale.

esecuzione di
Claude Debussy (1862-1918)
Brouillards

dal secondo libro dei Préludes per pianoforte
 
Claude Debussy (1862-1918) / Alessandro Pivetti (1977)
Brouillards

trascrizione per flauto, clarinetto, pianoforte, due violini, viola, violoncello e contrabbasso
 
Claude Debussy
La Puerta del Vino

dal secondo libro dei Préludes per pianoforte
 

Claude Debussy (1862-1918) / Alessandro Pivetti (1977)
La Puerta del Vino

trascrizione per flauto contralto, clarinetto basso, pianoforte, due violini, viola, violoncello e contrabbasso

Ascoltiamo ora  Ordalia della danza (2008) di Paolo Ingrosso. Il brano si basa sul paradiddle, una tecnica d’esecuzione praticata dai percussionisti, che consiste nell’inserire, in una successione di battiti a mani alterne, due colpi consecutivi eseguiti da una sola mano. La prima parte della composizione si basa interamente su quest’alternanza “variata”, di cui si fa portavoce soprattutto il pianoforte, vuoi sulla tastiera vuoi sulla cordiera. Dal punto di vista formale, il brano è organizzato in sezioni: il passaggio dall’una all’altra, a volte fluido a volte improvviso, scandisce un percorso circolare (alla fine viene ripresa la prima sezione). La varietà ritmica e le frequenti oscillazioni microtonali contribuiscono a creare la sensazione uditiva di una sonorità fluida e “malleabile”.

esecuzione di
Paolo Ingrosso (1980)
Ordalia della danza

per flauto, clarinetto, sassofono, pianoforte, due violini, viola, violoncello e contrabbasso

E’ ora la volta di Tau (2008) di Andrea Sarto. Il percorso della composizione si articola secondo due gesti strumentali: lo scorrere lento dell’arco sulla corda, che produce un suono molto “fermo”,  e  un ricochet, basato su un’arcata molto rapida che attraversa le quattro corde. L’intera composizione si fonda su un ristretto nucleo di armonici (Sol, La e Si), distorto e trasformato dall’ensemble cameristico (il pianoforte è usato unicamente sulla cordiera), nel quale emerge il contrabbasso. Quest’ultimo si pone quasi come elemento generatore di una massa sonora, riverberata dall’ensemble, che all’ascolto pare “immobile” e statica.

Esecuzione di Tau
Andrea Sarto (1979)
Tau

per contrabbasso solista, flauto, clarinetto, sassofono, pianoforte, due violini, viola, violoncello

Il concerto si conclude con un secondo omaggio al pianismo novecentesco: l’opera prima di Alban Berg, la Sonata per pianoforte, seguita anch’essa da una trascrizione cameristica di Mino Marani. Scritta in forma-sonata, come il primo tempo d’una Sonata classica, la composizione si basa su una serie di figure tematiche interamente derivate da brevi motti esposti all’inizio, costruiti per intervalli di quarta. I numerosi artifici contrappuntistici di questa Sonata si sciolgono in alcuni momenti topici di discorsività appassionata: in particolare nella perorazione finale del tema principale. La trascrizione di Marani nasce dal desiderio di meglio comprendere e “risolvere” la complessa struttura polifonica della Sonata.

esecuzione di:
Alban Berg (1885-1935)
Sonata per pianoforte op. 1
 
Alban Berg / Mino Marani (1985)
Sonata per pianoforte op. 1

trascrizione per flauto in Sol, clarinetto, sassofono tenore, due violini, viola, violoncello e contrabbasso

Brano corrente

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