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3 Marzo 2010 | Archivio / Prodotti tipici e sagre

Il museo del castagno

A Castel del Rio i segreti di un frutto per molto tempo considerato il “pane dei poveri”

A cura di Marina Leonardi

3 marzo 2010

Cari ascoltatori in questa nuova trasmissione riprendiamo il nostro viaggio di scoperta all’interno dei Musei del gusto dell’Emilia Romagna, 19 musei sparsi sul territorio dell’intera regione con l’intenzione di conservare e scoprire la cultura di un territorio attraverso i suoi prodotti enogastronomici. Infatti, partendo dal cibo, si possono apprezzare le tradizioni, la storia e la cultura di un territorio.

Il museo che andiamo a scoprire oggi il Museo del castagno (http://www.museidelgusto.it/09_castagno.asp), il castagno che con i suoi frutti ha sfamato decine e decine di generazioni di emiliano romagnoli.

Il museo realizzato nel 2002, che è parte integrante della “Strada dei vini e sapori dei Colli d’Imola”, sorge sulle suggestive colline imolesi, in provincia di Bologna. Ospitano il museo del castagno alcune sale del Palazzo Alidosi, un bell’edificio del XVI secolo che dal 1841 è sede del municipio di Castel del Rio.

Il museo rappresenta un’occasione di incontro con la natura, la cultura e la storia dell’alta Valle del Santerno, incentrata sul frutto del castagno, in particolare il prelibato marrone di Castel del Rio che vanta il riconoscimento Igp (Indicazione geografica protetta) dell’Unione Europea. I marroni sono ben diversi dalle più comuni castagne. In primo luogo si distinguono per il gusto: più dolci e profumati, esaltano gli aromi e i sapori del bosco. Il marrone ha poi una pezzatura maggiore della castagna, tanto è vero che un riccio racchiude al massimo due tre frutti. Infine è protetto da una buccia bruna e da una sottile pellicina che possono essere asportate con estrema facilità, operazione quasi impossibile con le castagne.

Tutta la bontà dei marroni si assapora pienamente in autunno, ma – come viene illustrato da pannelli ed appositi attrezzi presenti nel museo – la sapienza delle popolazioni montane ha elaborato un procedimento tutto naturale per conservare fino a primavera la squisitezza dei frutti. Per circa 8 giorni si immergono i marroni in acqua, in modo da provocare una leggera fermentazione; i frutti vengono poi fatti asciugare in locali ben aerati e raccolti in sacchetti di rete.

Il museo è organizzato per essere un percorso didattico accessibile a tutti, parte dalla descrizione dell’ambiente in cui si sviluppa il castagno per passare alle caratteristiche peculiari dell’albero e all’evoluzione storica del suo incontro con l’uomo, attraverso pannelli corredati da testi, fotografie e disegni, vecchi attrezzi da lavoro e materiali vari; in mostra anche parti della pianta, i suoi prodotti e i campioni del terreno su cui vive.

In mostra anche diversi attrezzi che venivano un tempo utilizzati, le “pinze” per la raccolta dei ricci e  le “pertiche”, lunghi bastoni per battere i castagni e far cadere i ricci ancora chiusi. Poi i vari contenitori: il carnél per la raccolta e la vajola, cesto in vimini per la separazione dei marroni dalle castagne; il “bruciatore” per arrostire i marroni; la “vassura” per la pulitura delle castagne secche.
A metà del ‘900 è iniziata la crisi della castanicoltura, ma con la costituzione nel 1985 del Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio e il marchio Igp assegnato per le speciali caratteristiche organolettiche del frutto, la castanicoltura è risorta e il marrone da “pane dei poveri” è diventato un prodotto di lusso.

 

APERTURA AL PUBBLICO
Domenica e giorni festivi
ore 14.00-18.00;
gli altri giorni su prenotazione

PREZZO INGRESSO
Intero € 1, gratuito per i ragazzi fino a 18 anni

SERVIZI
Visite guidate

ACCESSIBILITÀ DISABILI
Abbattimento barriere architettoniche

INFORMAZIONI
Comune di Castel del Rio
tel. 0542/95906;
fax 0542/95313
e mail: urp@casteldelrio.provincia.bologna.it

 

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