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30 Agosto 2008 | Archivio / Le vie dei sapori

La strada dei vini e dei sapori dell´Appennino bolognese

Una nuova strada si aggiunge alle 13 già presenti sul territorio dell’Emilia Romagna

A cura di Marina Leonardi. Lettura Fulvio Redeghieri

30 agosto 2008

 

Cari ascoltatori, una nuova “Strada dei vini e dei sapori” si aggiunge alle 13 già presenti sul territorio regionale: è la Strada dei vini e dei sapori dell’Appennino Bolognese, un percorso enogastronomico e culturale che si snoda tra i crinali e le vallate, e che accompagnerà visitatori e turisti dalle mura di Bologna fino ai confini con la Toscana.

Il territorio della nuova Strada è percorso da valichi e antichi camminamenti che da sempre hanno segnato il passaggio tra il nord e il sud del Paese; percorrere la via Emilia e poi la Porrettana o la Futa significa calarsi in una dimensione storica del viaggio, ma anche riscoprire paesaggi suggestivi. Percorsi enogastronomici, ma non solo: viaggiare su una Strada dei vini e dei sapori è anche viaggiare nel tempo, scoprire e riscoprire l’eredità che ha lasciato, rivedere i colori delle stagioni, sentirne i profumi, ascoltare la gente, assaporare la quiete degli spazi aperti.

 

La Strada dei Vini e dei Sapori dell’Appennino bolognese rappresenta un ideale ponte tra le Strade già presenti sul territorio provinciale per collegare i territori toccati dalla Strada “Città Castelli e Ciliegi” dalla parte del modenese con quella “dei Colli di Imola” nella zona orientale.

L’associazione MontagnAmica, è stata individuata dai soci come l’ente gestore del nuovo itinerario enogastronomico e turistico: opera da quattro anni nel territorio dell’Appennino Bolognese favorendo la promozione e la commercializzazione dei prodotti tipici locali e gestendo direttamente alcune produzioni agroalimentari legate alla filiera cerealicola.

 

Da queste terre coltivate a frumento tenero, farro e castagne si ricavano le ottime farine per le tante ricette tipiche dell’Appennino: paste all’uovo, crescentine, dolci come pinze, raviole e zuccherini, castagnaccio, polenta e frittelle, e infine il gustoso pane montanaro locale, ottenuto da grano esclusivamente biologico e profumato dalla cottura con legna di bosco.

 

Ma il carattere di questa terra si esprime anche nella produzione di vini eccellenti, quali il Pignoletto Doc e il Barbera. La Doc Colli Bolognesi occupa le colline dell’area a nord e ad ovest della città di Bologna e individua al suo interno diverse sottozone. Tra i numerosi vini bianchi previsti dalla denominazione ha un posto d’onore, come dicevamo, il Pignoletto, originato da un vitigno autoctono a bacca bianca e disponibile anche nelle tipologie Superiore, Passito e Spumante, secco o amabile. Gli altri bianchi della Doc sono Sauvignon, Chardonnay, Riesling italico, Pinot Bianco; mentre i vini rossi Doc sono Barbera, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Questi vini sono ottimi accompagnatori di merende e spuntini che vedono come protagonisti gli squisiti formaggi e salumi dell’Appennino. Un posto d’onore spetta al Parmigiano-Reggiano Dop e allo squacquerone, il cui sapore dolce e l’aroma delicato lo rendono adatto a essere spalmato sulle crescentine montanare o in abbinamento alle deliziose confetture.

 

E se parliamo di bovini, sul territorio bolognese troviamo la Romagnola, insieme alla Chianina e alla Marchigiana, insignita del riconoscimento europeo di Vitellone bianco dell’Appennino centrale Igp. Per secoli sfruttata come forza lavoro, oggi è allevata per la sua carne tenera e prelibata, le pendici più scoscese sono costellate di animali al pascolo che con la loro massa statuaria aggiungono una nota suggestiva al paesaggio.

Accanto ai bovini i suini da cui trarre salumi pregiati e insaccati come la classica Mortadella Igp, il Prosciutto di Modena Dop, Cotechino e Zampone di Modena Igp, ciccioli, coppa, salame montanaro e salsiccia passita.

 

 Un ricco paniere di prodotti locali che si completa con i mieli di crinale, i frutti del sottobosco, la Ciliegia di Vignola che concorre per l’Igp e caratterizza l’economia rurale di queste colline bolognesi e di quelle limitrofe modenesi dalla fine del secolo scorso e, per finire, l’indiscusso principe di queste terre, il Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi.

 

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