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31 Gennaio 2015 | Archivio / Le vie dei sapori

Le strade dei vini e dei sapori dell’Emilia Romagna

Alla scoperta delle bellezze paesaggistiche ed enogastronomiche della Strada del Prosciutto e dei vini dei Colli di Parma

A cura di Marina Leonardi

Cari ascoltatori, ben ritrovati da Marina Leonardi.

Dedichiamo questa rubrica della sezione Cultura e gusto alle Strade dei vini e dei sapori dell’Emilia Romagna, una bella iniziativa che ha preso vita a partire dal marzo del 1999, a seguito di un progetto speciale della Regione. Le 15 Strade dei vini e dei sapori che nascono dagli assessorati regionali all’Agricoltura e al Turismo, si snodano nei principali territori vitivinicoli e ad alta valenza gastronomica della regione, col coinvolgimento delle 9 province dell’Emilia-Romagna.

In questa nuova ricognizione, partiamo dalla provincia più settentrionale della nostra regione, da Piacenza per poi scendere, mese dopo mese fino  all’Adriatico. Il mese scorso siamo entrati nella provincia di Parma percorrendone la Strada del Culatello di Zibello, oggi saliamo in collina e incontriamo la Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma.

Si può intraprendere questo profumato itinerario dal suo accesso occidentale rappresentato da Collecchio, a pochi chilometri da Parma, percorrendo la statale 62 verso sud. Collecchio, nella piana alluvionale del Taro, fu tappa importante di una delle varianti dell’antica Via Francigena e conserva ancora memorie di quel periodo nella chiesa romanica di San Prospero e nel complesso conventuale di San Nicomede.

Sul territorio si trova il Parco regionale fluviale del Taro , che accompagna per 20 chilometri il corso del fiume, vero paradiso per gli appassionati di birdwatching. Dal capoluogo, dirigendosi verso sud, si giunge a Sala Baganza, dove si può ammirare la Rocca quattrocentesca che, negli anni ducali, i Farnese affrescarono e trasformarono in fastosa dimora di campagna.

Principale attrazione del territorio è il Parco regionale dei Boschi di Carrega , polmone verde per belle escursioni, già luogo preferito di villeggiatura della duchessa Maria Luigia d’Austria nel Casino dei Boschi e nella villa del Ferlaro, tutt’ora esistenti. Per gli amanti del Medioevo la zona propone la piccola chiesa di Talignano, collocata su un ramo della Via Francigena, e il borgo di San Vitale Baganza. Per gli amanti della gastronomia, qui si degustano ottimi prosciutti di Parma e salumi in genere.

A poca distanza da Sala, varcato il torrente Baganza a sud-est, si raggiunge Felino, legata alla produzione del celebre salame omonimo, delizioso prodotto dell’antica norcineria locale, purtroppo vittima – potenza e suggestioni dei toponimi – di una falsa diceria che lo riteneva realizzato con carni di gatto. L’abitato è dominato dal severo castello a pianta quadrata e protetto a est dal Torrione, fortilizio trecentesco. Sul territorio, anche diverse ville della nobiltà locale segnano piacevoli itinerari. Da Felino, la Strada prosegue verso monte correndo in fianco al torrente, fino ad arrivare a Calestano, un piccolo centro che conserva ancora il nucleo antico, con vicoli medievali, stradine porticate ed edifici in pietra.

All’ingresso del centro storico un piccolo Museo archeologico testimonia i numerosi ritrovamenti avvenuti negli ultimi decenni nell’area. Buono il patrimonio architettonico sul territorio, con diversi edifici interessanti, fra cui il castello di Ravarano, nei cui dintorni non può mancare una visita al bizzarro panorama creato dai “salti del Diavolo”: guglie e pinnacoli che tagliano in due la stretta Val Baganza. Questa è zona rinomata per il tartufo nero, che si raccoglie in abbondanza nelle colline intorno al capoluogo e, in particolare, nella zona di Fragno, borgo in pietra che dà il nome alla varietà locale del pregiato fungo.

Da qui, superato il crinale, si entra nella val Parma e, puntando verso sud-ovest, si raggiunge Corniglio, piccolo centro d’origine medievale ancora dominato dall’imponente mole del suo castello. Il comprensorio è caratterizzato da piccoli borghi in pietra, da maestà in marmo, da ponti antichi e soprattutto dal Parco dei 100 Laghi , il più esteso dei Parchi regionali della provincia e parte del Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Tra prosciutto, castagne e funghi, nel panorama gastronomico spicca un dolce delizioso delle feste natalizie, la spongata, ancora oggi prodotta artigianalmente da numerose famiglie.

Ridiscendendo a ritroso la valle del Parma verso la pianura, si arriva a Langhirano, celeberrimo centro di stagionatura e capitale del comprensorio di produzione del prosciutto di Parma. L’abitato è adagiato sulle rive del torrente, circondato dagli stabilimenti di produzione del noto salume, a cui è stato dedicato perfino un Museo, ospitato al Foro Boario. Ma Langhirano non è solo gastronomia: sul suo territorio si erge il castello di Torrechiara, uno dei più belli e meglio conservati d’Italia. Collocato sulle prime colline coperte di vigneti a sinistra del Parma, esso fu fatto costruire nel Quattrocento da Pier Maria Rossi e anche questo castello – ancor più di quello di Roccabianca nella Bassa parmense – è legato alla sua storia d’amore con Bianca Pellegrini. Infatti, tra altre cose splendide, conserva al suo interno la famosa Camera d’oro, vero monumento ai due amanti, con formelle di terracotta ricche di simboli, scene d’amor cortese e i feudi rossiani nei notevoli affreschi della volta e delle lunette. A fare da contraltare all’amore profano esaltato nel castello, poco distante la Badia benedettina, fatta erigere dallo stesso Pier Maria Rossi come luogo di preghiera e raccoglimento.

Sulla destra del Parma si apre subito il territorio comunale di Lesignano de’ Bagni, raggiungibile da Langhirano in direzione nord. Attraversato il ponte sul torrente, una deviazione a destra conduce a Badia Cavana, ex monastero e gioiello romanico parmense, con pregevoli capitelli nel portico esterno. Ritornando dalla deviazione, si raggiunge Lesignano, antico luogo termale ricordato oggi solo nel toponimo. Qui gli stabilimenti del prosciutto si alternano a impianti di olivo di recente introduzione.

La Strada corre ancora in riva al Parma, per poi deviare decisamente a levante verso Traversetolo, all’inizio della valle del torrente Termina. Questo non prima di avere fatto una puntata nella frazione di Mamiano, per vedere la villa sede della Fondazione Magnani-Rocca , che ospita una ricca collezione di opere d’arte. Anche Traversetolo è noto per l’allevamento e la lavorazione delle carni suine e merita una visita il Museo dedicato a Renato Brozzi, scultore locale prediletto da Gabriele D’Annunzio. Verso sud, lungo la Val Termina, il percorso propone una digressione nel comune di Neviano degli Arduini, luogo matildico ricco di testimonianze medievali, fra cui spiccano l’antichissima pieve romanica della frazione di Sasso e i borghi di Nigressano e Scurano, a ridosso dell’area del Centro turistico Monte Fuso. Sul territorio, gli estesi castagneti sulle pendici dello stesso monte producono la gustosa varietà del marrone di Campora.

Ritornati a Traversetolo, la Strada si avvia al capolinea raggiungendo, verso nord, Montechiarugolo, sulle rive dell’Enza, ai confini con le terre reggiane. Il borgo è dominato dall’imponente mole della Rocca, di proprietà privata ma visitabile, con pregevoli arredi del Quattro-Seicento. Dalla loggia la vista è splendida sulla valle dell’Enza e sui vicini castelli matildici. Da qui, diretti verso Parma, s’incontra prima Basilicagoiano, con interessanti ville del XVI-XVII secolo, per raggiungere infine Monticelli Terme , rinomata località termale. Riposo, salute e benessere: un ottimo approdo per questo coinvolgente percorso sulle colline di Parma.

Potete trovare maggiori informazioni: strade.emilia-romagna.it

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