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11 Dicembre 2014 | Archivio / Economia

Le imprese agricole dell’Emilia-Romagna fanno rete

Presentati i dati dell’8° Osservatorio Innovazione Impresa Agricola

A cura di Piera Raimondi Cominesi

Sono 58.000 le aziende agricole emiliano-romagnole e il 30 % di queste sono in rete tra loro, il 44% usa smartphone e tablet per lavoro ed è sempre più hi-tech. Nuovi comportamenti che portano le aziende a raggiungere un’elevata sostenibilità economica (per il 33% delle imprese in regione) e una buona sostenibilità ambientale (per il 52%). Sono questi i dati più rilevanti presentati dall’Osservatorio Innovazione Impresa Agricola. Il rapporto fotografa questo grande cambiamento, innescato dalla necessità di produrre di più, in maniera più rispettosa dell’ambiente e con meno superficie coltivata a disposizione. Serve sempre più cibo, di qualità e coltivato rispettando l’ambiente, come ci ricorda anche il grande tema di Expo 2015.

Con 50 miliardi annui di produzione agricola, dei quali circa il 9% realizzati in Emilia-Romagna, e 740mila imprese  (l’8% sono emiliano-romagnole) l’agricoltura italiana è al 12° posto nel mondo (con solo lo 0,3% della superficie agricola mondiale), ma deve fare i conti con un saldo negativo di 7 miliardi di euro: questo significa che importiamo più di quanto produciamo, mentre ci sarebbe spazio per un incremento della produzione del 20%. La nostra agricoltura subisce la crisi in modo pesante: oggi la superficie coltivata è di 12,2 milioni di ettari – il 18 per cento in meno rispetto a due decenni fa – il numero delle imprese e della forza lavoro è in calo, mentre si alza l’età degli addetti (solo il 12% ha meno di 35 anni).

La sfida dunque è enorme: produrre di più su meno ettari coltivati e in maniera più sostenibile. La ricetta vincente sembra essere sempre più praticata: creare vere e proprie “reti” di imprese agricole per fare fronte a necessità comuni, come l’acquisto di mezzi tecnici e meccanici o lo scambio di manodopera. Come avveniva peraltro anche in un passato che ci sembra lontanissimo tra i contadini. ancor prima della nascita delle società di Mutuo Soccorso vigevano principi mutualistici tacitamente condivisi. I lavoratori della terra solidarizzavano tra loro ed erano pronti ad aiutare il vicino, specie se colpito dalle avversità, ma spesso anche nel duro lavoro quotidiano. Una strada, quella del fare rete ed “essere connessi” ogg telematicamente, seguita da circa 200mila aziende, oltre il 30% delle iscritte alle camere di commercio. E’ questo il risultato più evidente che emerge dall’8° Rapporto su Innovazione e sostenibilità della produzione agricola realizzato dall’Osservatorio Innovazione Impresa Agricola, promosso da Agri2000. 

Ne abbiamo parlato con Ciro Lazzarin, di Agri 2000, tra i ricercatori che hanno curato il Rapporto:

Intervista Ciro Lazzarin

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