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19 Febbraio 2021 | Mostre

Una mostra a Bagnacavallo racconta Giulio Ruffini tra il 1950 e il 1967

L’esposizione (18 febbraio-2 maggio 2021) ripercorre i primi anni della lunga carriera del pittore di origine bagnacavallese. Intervista al direttore del museo, Diego Galizzi

Carmine Caputo

Il Museo Civico delle Cappuccine di Bagnacavallo ospita la mostra Giulio Ruffini. L’epica popolare e l’inganno della modernità (1950-1967) dal 18 febbraio al 2 maggio.

Si tratta del primo di una serie di appuntamenti espositivi in programma in diverse città dell’Emilia-Romagna in occasione del centenario della nascita di Giulio Ruffini (1921-2011) che durante tutto il 2021 sarà celebrato con mostre a Bologna, Faenza, Rimini, Lugo, Ravenna.

Il direttore del museo e curatore della mostra Diego Galizzi racconta agli ascoltatori di Radio Emilia-Romagna le peculiarità di questa esposizione che indagano il primo periodo artistico del pittore originario di Bagnacavallo, quello che va appunto dal 1950 al 1967 e che lo vede cantore attento di una civiltà contadina che cede il passo alle lusinghe, o alle minacce, della civiltà moderna.

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