Verdi Re Lear di Lenz Fondazione è un progetto singolare e complesso, uno di quelli a cui Maria Federica Maestri e Francesco Pititto ci hanno abituati, abbiamo parlato del loro lavoro di ricerca a proposito a della messa in scena dell’Ariosto, qualche mese fa.
Un’opera mai compiuta questo Re Lear ma che Verdi ha sempre desiderato portare in scena, mai musicata ma di cui esiste il libretto di Antonio Somma con le correzioni di Verdi stesso. Un Re Lear che dando corpo al desiderio che ha percorso tutta la vita del compositore sarà in scena a Lenz Teatro dall’11al 14 ottobre nell’ambito del Verdi Festival 2015. Si tratta di un progetto che si inserisce appieno in quell’intreccio di tradizione e contemporaneità a cui il mondo della lirica si sta avvicinando, pensiamo ad esempio al Flauto Magico firmato da Fanny e Alexander e Zapruder andato in scena al Teatro Comunale di Bologna lo scorso anno.
Dopo il debutto lo scorso dicembre al Festival Internazionale Natura Dèi Teatri con la Premessa Verdi Re Lear – L’Opera , Lenz ha portato a compimento il progetto. La nuova forma drammaturgica prevede l’inserimento di nuovi brani verdiani tratti dalle opere e di una seconda parte che si compone di tre nuovi paragrafi drammatici: a) La Tempesta, Il Processo, e la Cecità. In scena con gli attori di Lenz due presenze dal vivo all’apparenza dissonanti: il compositore di musica elettronica inglese Robin Rimbaud aka Scanner e i cantanti del Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Si tratta di un accostamento nato per la volontà di sperimentare nuove forme creative di cui ci parla il Maestro Carla Delfrate che è il consulente musicale per la selezione dei brani di repertorio.
Intervista a Carla Delfrate
Ma come hanno lavorato Maestri e Pititto per creare uno spettacolo attorno e dentro a un’opera che non esiste lo abbiamo chiesto a Maria Federica Maestri, che dello spettacolo cura drammaturgia dello spazio, installazioni e costumi.
Intervista a Maria Federica Maestri
Vi ricordo che i progetti artistici di Lenz Fondazione sono realizzati con il sostegno di MiBACT – Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Provincia di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale – Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Fondazione Monte, Banca Monte, Camera di Commercio di Parma, in collaborazione con Isrec – Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Parma e Conservatorio di Musica A. Boito e con il patrocinio dell’Università degli Studi di Parma.