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22 Giugno 2012 | Archivio / Economia

I dati del rapporto 2012 sulla green economy in Emilia-Romagna

A cura di Cinzia Leoni

22 giugno 2012

Sono circa duemila (1.996) le imprese green in Emilia-Romagna. Sono questi i dati del rapporto 2012 ‘Green economy in Emilia-Romagna’, realizzato da Ervet nell’ambito di una convenzione con la Regione, confermano che l’economia verde è una risorsa e un’opportunità per le imprese emiliano-romagnole e dai dati emerge anche il consolidamento della green economy in regione come modalità produttiva trasversale a tutti i settori dell’economia.

“Un settore trasversale che ha saputo restare saldo anche in un momento difficile per l’economia di tutto il Paese creando nuovi posti di lavoro, obiettivo essenziale per la crescita e il rafforzamento dell’Emilia-Romagna”. Lo ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, durante un incontro pubblico dedicato proprio all’economia verde, e citando il quadro emerso dal rapporto 2012 ‘Green economy in Emilia-Romagna’, il secondo realizzato da Ervet – dopo quello pubblicato ad autunno 2010 nell’ambito della convenzione conla Regione – che fotografa sul territorio il fenomeno del “business verde”. Il rapporto presenta i dati divisi per settori produttivi e territori provinciali.

La suddivisione delle imprese green per ambito territoriale vede al primo postoBologna con 343 imprese seguite da Modena e Reggio con 298 imprese a testa, Forlì-Cesena con 240 imprese; Ravenna con 223; Parma 204; Ferrara 164; Piacenza 119 e Rimini con 107 imprese.

Il settore agroalimentare con 720 imprese pari al 36,1% del totale fornisce il principale contributo alla green economy regionale. Il settore, oltre ai trasformatori biologici, contiene al proprio interno anche imprese dedite alla fabbricazione, installazione e riparazione di macchinari e tecnologie utilizzate a vario titolo nella filiera della produzione alimentare (ad es. macchinari e utensili per dosature e movimentazione imballaggi, per allevamenti, per produzione di imballaggi o di fertilizzanti e concimi).

Con 308 imprese complessive, pari al 15,4%, troviamo al secondo posto il settore del ciclo dei rifiuti che comprende non solo aziende che operano nella raccolta, trasporto, smaltimento/recupero e gestione dei rifiuti ma anche aziende attive, per esempio, nella rigenerazione dei pneumatici, o nella costruzione di tecnologie e macchinari a supporto del recupero. Questo settore, accorpato ai due affini bonifica siti e gestione verde e disinquinamento, raggiunge una quota del 20,8% ben lontano dal 36,1% dell’agroindustria.

Il settore dell’edilizia è al terzo posto, con 203 imprese, pari al 10,2%, costituito da imprese di costruzione e manutenzione edile/impiantistica tradizionalmente legate al mondo delle costruzioni ma anche fornitori di tecnologie ambientali e/o prodotti green (quali pacchetti termoisolanti, barriere acustiche, impianti di trattamento aria, acqua, illuminotecnica, piastrelle ecologiche, etc) che sostengono lo sviluppo della bioedilizia.

Al quarto posto, per numero assoluto di imprese, è l’altro settore (assieme a quello dei rifiuti) tradizionalmente green, quello delle imprese del ciclo idrico integrato impegnate a vario titolo nel trattamento e gestione del bene acqua (187 imprese pari al 9,4% del totale regionale). Dal punto di vista della tipologia di attività, troviamo società che operano nella gestione delle acque potabili e di scarico ed aziende che forniscono, producono e installano tecnologie e/o prodotti direttamente utilizzabili dagli operatori.

Sotto il 10% gli altri settori: Rinnovabili ed efficienza energetica (ad esclusione dei soggetti attivi nella certificazione energetica) che si attesta sull’8%, mobilità (imprese prevalentemente attive a vario titolo nei sistemi di trasporto alternativi alla gomma) pari all’7,7% e meccanica allargata (prevalenze di imprese meccaniche che forniscono macchinari, attrezzature e componentistica a supporto di altri settori come quello energetico e del ciclo dei rifiuti e idrico) 4,8%.

L’agroalimentare rappresenta il primo settore in tutte le province ad eccezione di Reggio Emilia dove il primo posto è occupato dalla Bioedilizia; nella ripartizione dei settori all’interno di ciascun territorio da rilevare anche il secondo posto della Mobilità a Ravenna.

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