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24 Giugno 2008 | Archivio / Economia

Emilia-Romagna, vetrina d’Italia

Il sistema fieristico regionale nell’ultimo anno ha registrato un aumento dei visitatori esteri del 10 per cento. Ecco cosa sta accadendo a Bologna, Rimini e Parma

A cura di Claudio Bacilieri.

24 giugno 2008

Cari ascoltatori, oggi parliamo del sistema fiere dell’Emilia-Romagna, che negli ultimi tempi ha senz’altro preso velocità. E lo ha fatto lungo rotte sempre più internazionali. Così, solo nell’ultimo anno, i visitatori esteri sono aumentati di un ulteriore 10,6 per cento. Una crescita costante che ha trainato la crescita dei quartieri fieristici, la cui superficie è salita del 20 per cento dal 2000 ad oggi. E che ha consolidato l’Emilia-Romagna sulla piazza d’onore, alle spalle solo della Lombardia, come principale piattaforma espositiva nazionale. 

Le ultime conferme arrivano da un campione di 40 manifestazioni rappresentative (il 33 per cento dell’attività complessiva) esaminato dall’istituto di ricerca milanese Cermes Bocconi, confrontando gli andamenti del primo semestre 2006 con lo stesso periodo del 2007. “La ricerca attesta come l’attività fieristica internazionale cresca in Italia e nella nostra regione – spiega l’assessore Duccio Campagnoli. Ora serve più attenzione verso questo sistema, essenziale come piattaforma di promozione del Made in Italy”.

Che il settore sia sulla strada giusta non ci sono dubbi: lo studio Cermes Bocconi racconta come in poco più di vent’anni – dal 1985 ad oggi – il nostro Paese abbia ospitato da 150 a oltre 190 manifestazioni fieristiche di livello internazionale, veri e propri distretti in grado di raggiungere i mercati più importanti. E se l’Italia sfiora la vetta europea con una quota di mercato del 25%, a un passo dalla Germania (al 37%), l’Emilia-Romagna (26%) è seconda dietro la Lombardia nella classifica interregionale.
Per stare al passo, il sistema emiliano-romagnolo ha provveduto ad ampliare gli spazi espositivi, in crescita del 20% dal 2000 al 2007. A partire da BolognaFiere (spazio espositivo presto di 200 mila metri quadrati grazie all’investimento sul nuovo padiglione), Rimini Fiera e Fiere di Parma.

Guardando ai singoli enti dell’Emilia-Romagna BolognaFiere, che vanta ricavi consolidati a 126,7 milioni di euro, ha davanti a sé un piano di internazionalizzazione che va dall’ampliamento del quartiere fieristico al rafforzamento del mercato domestico, accompagnando la specializzazione produttiva delle imprese con un occhio al business dei servizi, che già oggi incide per il 20%. Con sette nuove manifestazioni di cui quattro all’estero, “dove siamo leader con l’organizzazione di un terzo degli eventi fieristici italiani su Asia, Usa, Russia e Turchia”, spiega l’amministratore delegato Michele Porcelli. Ma non solo: principale operatore nazionale in Cina (otto eventi annuali), BolognaFiere ha aperto una nuova sede a Shanghai, dove Fiere Rimini e Fiere Parma saranno presenti insieme ai tour operator emiliano-romagnoli.

In vista dell’integrazione con BolognaFiere, il 2007 è stato un anno record sul fronte incoming per RiminiFiera spa, che ha organizzato 1231 incontri d’affari coinvolgendo 415 aziende italiane e 173 buyer stranieri provenienti da 29 Paesi. Forte di ricavi a quota 50,7 milioni di euro (+ 5% sul 2005), l’ente ha messo a segno l’apertura del cantiere del nuovo Palacongressi di Rimini – posa della prima pietra lo scorso settembre – che su 38mila metri quadri per 9 mila 300 posti ospiterà un’area servizi, ristoranti e centri di ristoro e un ampio sistema di parcheggi.

Fa leva sulle manifestazioni internazionali per esportare il marchio italiano nel settore alimentare di tutto il mondo – Russia, India e Cina in particolare – Fiere di Parma, che ha portato a casa un giro d’affari di 25 milioni di euro destinato a crescere per effetto di investimenti in infrastrutture, già in agenda.
Da uno sguardo al calendario 2008 delle manifestazioni internazionali in Italia – 197 quelle in programma – troviamo Bologna città ospitante al secondo posto dopo Milano, con il 10% degli eventi. Terzo posto per Rimini (9%). Confermati i settori merceologici trainanti: abbigliamento e moda in testa, seguito da costruzioni (23%), agroalimentare-agroindustriale (12,9%), salute-ambiente (8,8%). Meccanica strumentale al 16% insieme a macchinari e tecnologie per l’industria. 

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