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1 Maggio 2015 | Mostre

A Bologna David Bowie negli scatti di Sukita

Alla Galleria ONO laprima mostra italiana del maestro della fotografia giapponese che ha immortalato Bowie per oltre 40 anni. Fino al 10 maggio

A cura di Carlo Tovoli

“La star è una merce totale: non c’è centimetro del suo corpo, fibra della sua anima, ricordo della sua vita che non possa essere messo sul mercato” così scrive Edgar Morin. E oggi, cari ascoltatori, siamo di fronte alla rock star per eccellenza, ovvero David Bowie. Non solo Parigi lo glorifica con una mostra imponente alla Philarmonie, anche qui a Bologna la Galleria più “rock” della città, ONO arte, lo celebra con 40 scatti di Masayoshi Sukita.
Ne parliamo con una delle curatrici dell’esposizione Beatrice Piantanida.

Intervista a Beatrice Piantanida

Visitiamo allora la mostra e scopriamo le tante sfumature di una collaborazione, quella tra Sukita e Bowie, che dura ormai da quarant’anni. Il fotografo giapponese, classe 1938, incontra Bowie di persona nel 1972 grazie all’aiuto dell’amica e stylist Yasuko Takahashi, la “mente” delle prime sfilate londinesi di Kansai Yamamoto, lo stilista che disegnò i costumi di scena di Bowie durante il periodo di Ziggy Stardust, e che vediamo nelle foto ora in mostra. La Takahashi propose un portfolio con i lavori di Sukita all’allora manager di Bowie. Ed è così che comincia una relazione professionale e umana tra i due che continua tuttora. L’incontro più significativo sarà nel 1977. Bowie in compagnia di Iggy Pop si reca a Tokyo dove incontra il maestro giapponese per una lunga sessione fotografica. Una di quelle immagini diverrà la celebre copertina dell’album “Heroes”. Sukita accoglierà Bowie in Giappone nelle molte visite successive, vista anche la fascinazione della rock star per quella terra. Notevoli sono in mostra gli scatti più “inaspettati”, colti quasi di nascosto in momenti di vita quotidiana dell'”uomo caduto sulla terra”. Ne è un esempio lo shooting fotografico realizzato nel 1980 durante un viaggio in treno tra Tokyo e Kyoto: Bowie compra il biglietto, viaggia in piedi, fa una telefonata da una cabina in stazione.

Queste e le altre immagini ci fanno capire – se ce ne fosse ancora bisogno – quanto sarebbe triste il mondo se non ci fosse stata negli anni Settanta l’era degli eroi del Glam, avviata esattamente nel febbraio del 1970, alla Roundhouse di Londra, con la celebre performance di Bowie con un costume a dir poco sgargiante. Buona visita a tutti e un saluto dal vostro Carlo Tovoli!

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