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12 Dicembre 2014 | Mostre

Dietro le quinte

La mostra “Tramandate trame” racconta la storia del teatro italiano e dei suoi protagonisti

A cura di Valeria Cicala

A Bologna, a lato del Meloncello, sotto il Colle della Guardia, si trova, e costituisce un unicum in Italia, la Fondazione Casa Lyda Borelli per artisti e operatori dello spettacolo. Si tratta, si diceva, di una casa di riposo atipica, unica in Italia per storia e per essenza, dove persone che hanno dedicato la loro vita all’arte e allo spettacolo hanno scelto di vivere. A questa prestigiosa istituzione, al suo patrimonio di oggetti e documenti, che raccontano uno spaccato straordinario di storia della cultura, è dedicata la mostra “Tramandate trame“, promossa e ospitata fino al 6 gennaio 2015 dalla Fondazione del Monte nelle sale di via delle Donzelle 2 a Bologna e curata da Alberto Beltramo, bibliotecario e archivista di Casa Borelli. La casa di riposo prende nome da Lyda Borelli celeberrima diva del teatro e del cinema di inizio Novecento.

L’esposizione, cari ascoltatori, offre la possibilità di essere spettatori di un formidabile spettacolo che vi condurrà a riconoscere, o a conoscere, grandi artisti, stimolerà il piacere di rileggere testi tetrali, di percepire l’osmosi tra mondo del teatro e cinema; attori teatrali che diverranno sempre più frequentemente anche protagonisti del grande schermo. Casa Borelli è tra i più preziosi custodi della memoria storica teatrale italiana e ora parte dello del suo straordinario patrimonio, recentemente riordinato per volere del Presidente Onorario, Lamberto Trezzini, racconta al pubblico gli affascinanti risvolti della vita teatrale e degli artisti.

L’avvincente percorso propone Eleonora Duse attraverso i tratti scolpiti da Ettore Tinto e disegnati da Ciro Galvani. Sarah Bernhardt spiccherà in locandine disegnate da Alfons Mucha e appositamente restaurate dalla Fondazione del Monte per questa mostra.

Il costume di Arlecchino indossato da Marcello Moretti ci riporterà indietro al 1947, quando interpretò da protagonista il Servitore di due padroni per la regia di Giorgio Strehler. Splendido il baule con i costumi di scena appartenuti ad Antonio Gandusio. Come pure di grande eleganza sono i capi di guardaroba di Dina Galli: si ammirano le scarpette dorate e i suoi ricercati cappellini. Rimanendo nell’area abbigliamento si segnalano gli abiti di Anna Proclemer, da poco donati alla Casa dalla figlia Anna Brancati in memoria della madre. L’obiettivo della mostra è mettere in luce la ricchezza di un patrimonio unico nel suo genere per costituzione e per varietà: oggetti personali, costumi teatrali, ritratti fotografici, dipinti, sculture e testimonianze che svelano un luogo a molti sconosciuto.

Un tour nel tempo, non solo a ritroso, infatti l’installazione dell’artista Francesca Grilli, Faster than light ci trasporterà anche nel futuro; si tratta di un omaggio al rapporto tra infanzia e vecchiaia. L’opera, commissionata dalla Fondazione e realizzata appositamente per la mostra, si potrà ammirare alla fine del percorso espositivo. Da non perdere nella prima sala, per gentile concessione della Fondazione Cineteca di Bologna, la proiezione, per tutta la durata della mostra del film Ma l’amore mio non muore (Italia 1913, per la regia di Mario Caserini). La pellicola, che segnò il debutto cinematografico di Lyda Borelli, è stata restaurata nel 2013 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata di Bologna .

Il patrimonio conservato nella Casa è il risultato di molteplici donazioni da parte di attori, commediografi e appassionati del mondo dello spettacolo. Proprio per questo Tramandate trame è l’occasione per ricordare tutti quei benefattori che hanno contribuito a erigere l’edificio, ad arredarlo e che hanno supportato l’attività.
Il sipario si alza, buon spettacolo e un saluto da Valeria Cicala

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