Salta al contenuto principale
19 Luglio 2013 | Mostre

Una giungla nella pianura

A Riccione la mostra “Ligabue: ‘Toni’ e la sua arte nel racconto di Cesare Zavattini”

A cura di Valeria Cicala
19 luglio 2013

Una mostra bella e originale per ritornare su un grande figlio dell’Emilia, uno degli uomini più ai margini, un isolato, un diverso la cui malattia si traduceva sulle tele traboccanti di paure e di fantasie, di persone e di animali: Antonio Ligabue (1899 –1965). Un giocoliere dei colori. Un inventore di paesaggi cresciuti guardando oltre l’odore della nebbia e l’immobilità apparente della pianura Qui i suoi pennelli, quasi novello Salgari, hanno raccontato allucinazioni e vertigini nate tra la pianura e la malattia. 

Adesso Riccione ospita alle Ville Franceschi e Mussolini, fino al 6 ottobre 2013, una mostra dedicata alla sua personalità artistica. Ma il dato interessante, il valore aggiunto a questo percorso espositivo per il quale dobbiamo complimentarci con l’IBC, l’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, è che si è scelto di proporre Ligabue recuperando e facendo parlare di lui le carte e gli scritti di Cesare Zavattini, straordinario e poliedrico protagonista della vita culturale del secolo scorso, che fu tra i primi estimatori del nostro pittore, suo conterraneo, e di quella che si definiva l’arte dei ‘candidi’.

Già nel 1967 Zavattini, le cui vocazioni spaziavano con risultati di prim’ordine dalla regia alla sceneggiatura, dalla narrativa al giornalismo, dal disegno alla pittura, scrisse l’originale testo poetico pubblicato da Franco Maria Ricci, nella monografia sulla figura e l’opera dell’ombroso e ipersensibile artista.

Il pittore delle morbide fiere dai muti ruggiti e degli autoritratti che avvolgono il pubblico in sguardi spiazzanti, costituì per Zavattini una personalità da indagare proprio per quella sofferenza interiore, per quella malattia dell’anima e della mente da cui poi nascevano le sue opere. Questo approccio costituisce la cifra più importante ed originale dell’esposizione che va ben oltre la superficie delle tele. Zavattini indaga il disagio. Il rifiuto in cui l’uomo ha vissuto; chi meglio di lui poteva farlo, cantore dei diseredati e di un riscatto che non sempre passa dalla realtà.

Ampia testimonianza dell’analisi che Zavattini svolge su Ligabue la si trova in una serie di documenti inediti, provenienti dai fondi recentemente donati dagli eredi Zavattini alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia con l’apporto tecnico-scientifico dell’IBC. E che sono fondamentali per il taglio dato alla mostra. 

Le opere presenti sono circa ottanta tra dipinti, disegni e sculture, che ripercorrono le tappe fondamentali di questa anomala e tragica vicenda d’artista. Nell’ampia antologica, divisa per sezioni tematiche, non possono mancare i soggetti prediletti da “Toni”, tra i quali gli autoritratti dallo sguardo sempre carico di nuove intense inflessioni psicologiche e le raffigurazioni del mondo animale, nella sua ferocia primordiale. Immagini che catturano e incantano con la loro forza cromatica e l’apparente semplicità ma che, in realtà, paiono sottendere una complessità di rimandi culturali; tante le citazioni stilistiche e le contaminazioni con le differenti arti visive, come il cinema e l’illustrazione per le quali egli stesso sarà fonte d’ispirazione.

Il percorso espositivo si chiude, all’interno di un meditato ragionamento, con una sezione dedicata a “Za” pittore che comprende dipinti e realizzati tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, alcuni dei quali esposte per la prima volta in pubblico, conservati presso i Musei Civici di Reggio Emilia. 

L’esposizione è curata da Daniela Grossi e Claudio Spadoni, con la collaborazione di Sara Andruccioli e di Orlando Piraccinie con la consulenza scientifica diAugustoAgosta Tota per la figura e l’opera di Ligabue; il catalogo è edito da Umberto Allemandi. 
Una serie di eventi collaterali: incontri, concerti e visite guidate compongono un ulteriore approccio a questo evento che si è già collocato tra i più interessanti dell’estate sull’Adriatico, capace di proiettare un folto pubblico di turisti fuori dagli spazi balneari, curiosi di apprendere e conoscere un’altra Emilia-Romagna.

Per saperne di più: www.ibc.regione.emilia-romagna.it

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi