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10 Marzo 2017 | Mostre

A Piacenza è l’anno del Guercino

Un grande evento celebra il pittore secentesco emiliano. Fino al 4 giugno

A cura di Carlo Tovoli

Cari ascoltatori, oggi sono a Piacenza per raccontarvi dell’eccezionale opportunità di vedere, come non l’avete mai vista, l’opera del centese Giovanni Francesco Barbieri, universalmente noto come “Guercino”, come lo avevano soprannominato i suoi concittadini a causa del suo strabismo.
Un artista che già in vita godette di grande fama. Pensate che la regina Cristina di Svezia, l’amica di Pascal e di Cartesio che fece di Stoccolma l’Atene del Nord, volle incontrarlo per toccare la mano – così raccontano le cronache – di quel pittore dal talento straordinario. Una fama che venne meno tra Ottocento e inizi Novecento, per avere poi la rivincita negli anni Trenta, grazie agli studi di Roberto Longhi e, soprattutto, di Denis Mahon, forse il massimo conoscitore del Guercino e a cui è dedicato l’evento piacentino.
“Guercino a Piacenza” comprende due occasioni speciali: la prima è una mostra, nella cappella Ducale di Palazzo Farnese, dal titolo “Guercino tra sacro e profano”, che comprende una selezione di venti capolavori dell’artista. La seconda è davvero unica e irripetibile: i visitatori hanno la possibilità di salire fino alla Cupola del Duomo di Piacenza per ammirare da vicino, tra sibille e profeti, gli affreschi che Guercino realizzò tra il 1626 il 1627.

Ci racconta dell’artista Daniele Benati che ha curato la mostra insieme ad Antonella Gigli.

Intervento di Daniele Benati

Prima di salire al cielo tra gli affreschi del Guercino ci soffermiamo in particolare su una delle opere in mostra, Il “Cristo risorto che appare alla madre” del 1628, che proviene dalla pinacoteca di Cento, un episodio mai raccontato nei Vangeli ufficiali. Goethe nel 1786 lo vede a Cento e annota entusiasta di fronte a quel “teatro dei sentimenti” tra madre e figlio:  “lo sguardo di muta tristezza che egli le rivolge è incomparabile, come se il ricordo dei dolori provati …aleggiasse ancora davanti a quell’anima nobile”.
Lasciata la mostra ci dirigiamo verso il Duomo, ma dopo aver ascoltato le parole di Manuel Ferrari, curatore del percorso in cattedrale, tutto interno, senza soppalchi, che comprende anche un’installazione multimediale per un’esperienza immersiva “totale”.

Intervento di Manuel Ferrari

Non perdetevi questa occasione. Tutte le informazioni sul sito www.guercinopiacenza.com.

Un saluto da Carlo Tovoli!

 

 

 

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