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21 Ottobre 2008 | Archivio / Protagonisti

Max Ascoli, l’esilio degli intellettuali

A cura di Claudio Bacilieri

21 ottobre 2008

Cari ascoltatori, oggi vi parliamo di Max Ascoli, antifascista, intellettuale, giornalista, al quale è dedicato il 23 e 24 ottobre un convegno presso il Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara, organizzato dall’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara con la collaborazione con l’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna.
Max Ascoli è nato a Ferrara da famiglia ebraica nel 1898. Dopo la laurea in giurisprudenza all’Università di Ferrara nel 1920, iniziò subito un’intensa attività antifascista che lo fece entrare in contatto con i fratelli Rosselli e con le più importanti riviste del tempo impegnate nella lotta al fascismo. Nel 1931 Ascoli emigrò negli Stati Uniti dove in pochi anni conquistò posizioni di grande rilievo in campo scientifico e culturale, ma anche politico, diventando una delle figure più significative della battaglia condotta dagli esuli europei in terra americana contro le dittature fascista e nazista.
 
Abbiamo con noi il professor Camurri, docente di storia contemporanea all’Università di Verona  e studioso della Resistenza. Professor Camurri,  chiediamo a lei, che più di ogni altro ha indagato la figura di Max Ascoli, al quale Ferrara dedica in questi giorni un convegno internazionale, cosa ci lascia in eredità questo personaggio a trent’anni dalla morte?

Quindi Max Ascoli compie una decisa scelta di campo…

Quando si trasferisce all’estero Max Ascoli?

Perché sono importanti gli anni americani?

Una figura importante per lui è stato Alvin Johnson…

E nel dopoguerra come si svolge la sua vita?

In conclusione, professor Camurri, perché Ascoli è così importante per capire, anche in Italia, quel fenomeno del Novecento che va sotto il nome di “esilio degli intellettuali”?

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