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22 Gennaio 2013 | Archivio / Protagonisti

Mario Zucchelli, lo scienziato che amava i ghiacci

E’ intitolata all’ex studente dell’Itis Corni la stazione di ricerca italiana in Antartide

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura Fulvio Redeghieri.

22 gennaio 2013

E’ intitolata a un ex studente dell’Istituto Corni, storica scuola superiore statale a indirizzo tecnico di Modena, la Stazione Mario Zucchelli in Antartide, attiva nella Baia Terra Nova dal 1985. La stazione di ricerca italiana ha preso il nome dello scienziato diplomato al Corni, nell’indirizzo energia nucleare, nel 2004, dopo la sua morte il 24 ottobre 2003.
Mario Zucchelli è stato alla guida del Progetto Antartide dell’ENEA e ha condotto ben quindici spedizioni in Antartide. Nato a Crevalcore, in provincia di Bologna, nel 1944, negli anni Settanta conseguì la laurea in Ingegneria nucleare, l’abilitazione all’esercizio della professione e fu assunto dal Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (ora ENEA) nell’ambito del Programma Reattori Veloci di Bologna. Tra il 1970 e il 1975 coordinò le attività di ricerca e sviluppo all’interno del CNEN, a supporto della costruzione del Reattore PEC.

Nel settembre 1987 assunse l’incarico di capo del Progetto Antartide e di responsabile dell’attuazione del Programma nazionale di ricerche in Antartide, il PNRA. Il suo lavoro non si limitava alla ricerca scientifica ma era anche di tipo organizzativo e logistico. Si deve dunque a Mario Zucchelli la realizzazione della stazione scientifica italiana permanente, fra le più avanzate in Antartide. Fu lui a mettere il nostro Paese nelle condizioni di partecipare, alla pari, ad importanti accordi di collaborazione internazionale, in particolare nel campo degli studi dei cambiamenti climatici globali. Fra questi ricordiamo l’accordo Italia-Francia, con la partecipazione di altri Paesi europei, per lo sviluppo del progetto EPICA e di ricerche scientifiche e tecnologiche a Dome C, sul plateau Antartico, per la costruzione della Base Concordia; l’accordo Italia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Germania, Inghilterra ed Australia per l’esecuzione di due perforazioni sedimentologiche in zona Cape Roberts; l’accordo Italia-Russia con la partecipazione di altri Paesi Europei per l’esecuzione di ricerche sull’ozono in stratosfera mediante l’utilizzo dell’ aereo russo “Geophysica”; gli accordi bilaterali Argentina, Australia, Russia e Cile per la collaborazione scientifica e logistica in generale in Antartide.

I compiti assunti da Zucchelli in campo internazionale furono molteplici. Ricordiamo solo che fece sempre parte delle delegazioni italiane alle riunioni periodiche del Trattato Antartico e alle riunioni biennali del Scientific Committee on Antarctic Research. E’ ricordato anche per aver promosso le azioni che hanno consentito rapporti privilegiati fra il Programma Antartico Italiano e i programmi Antartici degli Stati Uniti e della Nuova Zelanda, anch’essi attivi nel Mare di Ross.
Negli intervalli tra una spedizione e l’altra, Mario Zucchelli teneva conferenze sui principali temi scientifici del suo lavoro. Nell’ottobre 2003 fu insignito dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, della Medaglia d’Oro. Pochi giorni più tardi, il 24 dello stesso mese, la morte lo portò via. Poco tempo prima aveva partecipato a un incontro con i suoi ex compagni di classe dell’Istituto “Corni” per festeggiare i 40 anni del diploma. Era presente anche il loro professore Remo Randighieri.

La Stazionea lui intitolata, colorata di blu e rosso, è una città in miniatura. Copre una superficie di oltre 7mila metri quadrati, cui si aggiungono varie unità dislocate su un’area urbanizzata di circa 50mila metri quadrati. Al suo interno ci sono le stanze per dormire e i laboratori per i ricercatori, un piccolo ospedale con sala operatoria, la cucina e la lavanderia, i telefoni, la radio e i computer per comunicare con il resto del mondo. La parte più alta è la sala operativa dove i meteorologi e i controllori di volo organizzano i decolli e gli atterraggi degli aerei e degli elicotteri che collegano la base ai campi esterni nei quali i ricercatori devono andare a installare i loro strumenti o a prelevare campioni per le loro ricerche.

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