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9 Marzo 2010 | Mostre

Fiori. Natura e Simbolo dal Seicento a Van Gogh

In mostra ai Musei di San Domenico di Forlì

A cura di Amelia Di Pietro e Cinzia Leoni

9 marzo 2010

È diventata ormai una tradizione, nonché tratto distintivo della città di Forlì, l’idea di realizzare mostre tematiche prendendo spunto da un’opera di grande bellezza e prestigio presente nel territorio locale. Così è successo con l’Ebe di Canova, la cui valorizzazione è stata l’occasione della recente mostra dedicata a Canova; così è stato fatto anche quest’anno per la mostra dei Fiori, natura e simbolo dal seicento a Van Gogh, ospitata ai musei San Domenico di Forlì fino al 20 giugno.

L’incipit di questa mostra è stato il dipinto, custodito a Forlì, La fiasca fiorita, opera che risale al 1615 ca. Questo quadro, di rara bellezza, è considerato una delle più affascinanti nature morte mai dipinte, ed è l’opera più celebre conservata nella Pinacoteca della città.

Ma chiediamo direttamente al Prof. Fernando Mazzocca, uno dei curatori della mostra, di parlarci dell’idea espositiva.

Lo creazione di questa mostra ha visto alcuni tra i più importanti studiosi , Antonio Paolucci, presidente del comitato scientifico, e poi Daniele Benati, Alessandro Morandotti e Fernando Mazzocca stesso, dare vita a un progetto che propone con un approccio metodologico del tutto nuovo, la storia della pittura di fiori.

C’è da dire che nel progetto realizzato dagli organizzatori emerge la volontà  di valorizzare il tema  aldilà della pittura di genere dei “fioristi”; coinvolgendo anche grandissimi artisti come Caravaggio, Cagnacci, Gentileschi, Dolci e che hanno eccezionalmente dipinto quadri di fiori, raggiungendo un’intensità e un’originalità estetica  tale da diventare  metafora per raccontare la vita, la morte la giovinezza e la decadenza.

Ma torniamo al percorso espositivo con il Prof. Mazzocca.

Che genere di opere  abbiamo in mostra?

Un viaggio pittorico che tocca quindi tante epoche e artisti come Appiani, Hayez, Delacroix e Courbet, e Fantin-Latour, Manet e Monet, Cézanne e Renoir, De Nittis, Boldini , Klimt, Van Gogh  che scardinano la gerarchia dei generi, sostituendo ai valori del contenuto quelli della forma, unendo a nuove valenze simboliche la magia della pura visione dell’occhio dell’artista che registra le impressioni della natura e crea una nuova realtà superiore, quella dell’arte.

Un viaggio che vale la pena percorrere…

Per informazioni www.mostrafiori.com

 

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