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27 Marzo 2015 | Mostre

A Bologna tutti pazzi per Escher

E scoppia la “eschermania”: c’è tempo fino al 19 luglio per visitare il meraviglioso mondo dell’artista olandese

A cura di Carlo Tovoli

Cari ascoltatori, oggi vi invito a giocare. Molti di voi forse conosceranno la celebre opera di Escher del 1935 “Mano con sfera riflettente” in cui l’artista ritrae la propria immagine riflessa in un globo che tiene nella mano. Se passate per Bologna la trovate sui manifesti per strada, nelle locandine, sui lati degli autobus. Bene, oggi anche voi potete partecipare alla “eschermania” facendovi un “selfie” all’ingresso della mostra dedicata all’artista olandese a palazzo Albergati. Grazie a una piccola telecamera che riflette la vostra immagine e la proietta dentro l’opera di Escher. Questa è una delle tante “esperienze giocose” che accompagnano le oltre 150 opere dell’artista presenti in mostra. I disegni e le litografie di Escher sono da tempo entrate nell’immaginario collettivo: le sue costruzioni impossibili, i suoi giochi di specchi, le geometrie interconnesse hanno avuto gli impieghi più disparati, dalle copertine di dischi ai francobolli, dalle piastrelle ai video pubblicitari, al cinema. Si può davvero dire che Escher è ovunque. Adorato dal movimento hippie che lì trovava riferimenti iconografici allusivi di mondi psichedelici, Escher all’inizio parve compiaciuto da tali apprezzamenti per poi cambiare avviso, alla fine degli anni Sessanta, quando negò ai Rolling Stones l’uso in copertina di un suo disegno. Ce lo ricorda una lettera piuttosto piccata a Mike Jagger del 1969 e riportata nel catalogo della mostra. Suo malgrado, però, furono proprio le magliette, le cravatte e i poster contraffatti a diffondere l’arte di Escher, soprattutto negli Stati Uniti, e solo nel 1996, tanti anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1972, la fondazione Escher è riuscita a far valere i propri diritti sull’uso dell’opera dell’artista olandese.

Di recente ritroviamo atmosfere alla Escher nelle pubblicità di note case automobilistiche, di una nota marca di caffè, e al cinema. Da Labyrinth del 1986 con David Bowie dove una scena è costruita su “Case di scale”, a Harry Potter con le scale impossibili del castello di Hogwarts. Possiamo vedere tutti questi video al termine della mostra, dopo aver attraversato le tante sale che rivelano anche aspetti meno conosciuti, come ad esempio l’influenza che Escher ha avuto e continua ad avere sull’editoria, sulla grafica, sull’oggettistica e anche sulla moda. Ma l’arte di Escher la si comprende meglio se la si vive con l’aiuto dei pannelli in mostra che permettono di sperimentare in prima persona le illusioni ottiche e gli inganni visivi contenuti nelle sue opere. Sono spesso applicazioni delle leggi della Gestalt, e vi invito a giocare con la “legge della buona forma”, la “legge del triangolo di Kanisza” o la “legge del pieno e del vuoto”, illustrata dal celeberrimo vaso di Rubin.

E non dimenticate di dare un’occhiata al contenitore. Palazzo Albergati è uno splendido edificio cinquecentesco attribuito a Baldassarre Peruzzi che nel 2008 fu gravemente danneggiato da un incendio e solo oggi riapre le porte a tutti. Qualche curiosità: nell’androne una lapide ricorda il passaggio dello zardi Russia Nicola I, nel 1845. Al piano nobile alcuni crolli dovuti all’incendio hanno permesso di riscoprire un prezioso Fregio di Bartolomeo Cesi dedicato alle storie di Annibale, con anche il famoso passaggio delle Alpi e l’impiego di elefanti. Allora occhi ben aperti, anche dal basso verso l’alto! Altre informazioni sul sito www.palazzoalbergati.com.
Un saluto da Bologna da Carlo Tovoli.

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