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2 Luglio 2010 | Archivio / Economia

Al lavoro da settembre 742 ricercatori, grazie ai Tecnopoli

A cura di Cinzia Leoni

2 luglio 2010

Con la recente firma delle convenzioni entrano nella fase operativa le attività dei Tecnopoli e della Rete della ricerca in Emilia-Romagna.

Entro settembre, infatti, saranno già al lavoro 742 ricercatori nei laboratori convenzionati, di cui 288 giovani dedicati a specifici programmi di ricerca nei settori: agroalimentare, costruzioni, energia ambiente, Ict e design, meccanica dei materiali, scienze della vita.

Entro l’anno, invece, saranno in tutto 1800 i ricercatori in attività, dei quali 540 con nuovi contratti o assegni di ricerca mentre gli altri sono ricercatori e professori già presenti nelle Università e negli Enti di ricerca.

Con il programma dei Tecnopoli viene sancito l’impegno delle Università, degli Enti di ricerca e delle imprese presenti sul territorio regionale per promuovere l’economia dell’innovazione e della conoscenza e l’evoluzione dei sistemi produttivi verso l’alta tecnologia. Obiettivo strategico della Regione è infatti di attuare il passaggio ‘dai distretti produttivi ai distretti tecnologici’. Il programma dei Tecnopoli, per un investimento complessivo di 246 milioni di euro è sostenuto da un accordo quadro tra la Regione, le Università e gli Enti di ricerca. Sono 10 i Tecnopoli previsti sul territorio regionale, nei quali si insedieranno i Laboratori di ricerca industriale, i Centri per l’innovazione, gli incubatori per le nuove imprese tecnologiche, strutture per il trasferimento tecnologico, sedi di ricerca delle imprese.

Le istituzioni scientifiche coinvolte sono l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, l’Università di Ferrara, l’Università di Parma, le sedi di Piacenza del Politecnico e della Cattolica di Milano, il Cnr, l’Enea, l’Istituto Ortopedico Rizzoli e altri organismi di ricerca. E poi per gli Enti locali, in particolare le Province, i Comuni capoluogo e i Comuni che ospiteranno laboratori e infrastrutture della rete. Sono infatti 45 le strutture di ricerca (di cui 34 finanziate con fondi Por Fesr) e i centri per l’Innovazione, che danno vita a 66 unità operative della Rete Alta Tecnologia dell’Emilia-Romagna, tutte autonome dal punto di vista giuridico-organizzativo e scientifico, collegate in rete tra loro attraverso il lavoro di coordinamento svolto da Aster, agenzia regionale per lo sviluppo del territorio.

 Sentiamo in proposito un commento dell’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia, autorizzazione unica integrata)

Intervsita all’assessore Muzzarelli

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