L’umanità nasce duplice, maschile e femminile: è da questa differenza fondamentale, e positiva, che ognuno di noi dovrebbe partire per ascoltare, con più attenzione, tutte le altre differenze che parlano nel mondo. Parola di Giancarla Codrignani, la donna di cui, care amiche e cari amici di RadioEmiliaRomagna, vi raccontiamo oggi.
Nata a Bologna il 18 luglio del 1930, Giancarla Codrignani eredita la sua futura passione civile dagli esempi viventi del padre Duilio, laico e antifascista, e della madre Egle, credente affezionata alla propria autonomia di pensiero. “Siamo poveri ma viviamo come se fossimo ricchi” dicono i genitori alla loro figlia, e la ricchezza a cui si riferiscono è costituita, né più né meno, dai tanti volumi della loro libreria. Lei, da parte sua, mette a frutto questo capitale studiando con appetito: dopo il liceo classico al “Minghetti”, si laurea in lettere antiche e poco dopo, come insegnante, ritorna nelle stesse aule in cui aveva appreso il latino e il greco.
Dalla fine degli anni Sessanta partecipa in modo attivo alla vita politica della città, impegnandosi nei primi consigli di quartiere come indipendente nelle liste della Democrazia cristiana. L’indipendenza di giudizio rispetto alle direttive del partito diviene chiara nel 1974, quando Codrignani aderisce al gruppo dei cattolici bolognesi schierati a favore della legge sul divorzio. Così chiara che, di lì a poco, si trasferisce, sempre come indipendente, nel gruppo “2 Torri”, composto da comunisti e socialisti. E in questa veste, nel 1976, viene eletta in Parlamento dove resterà per dodici anni.
Le donne e la pace: sono questi i temi su cui si incardina la sua attività parlamentare. Tra i suoi primi impegni c’è la mobilitazione che, nel 1978, porta a varare la prima legge italiana sull’interruzione volontaria della gravidanza e sulla tutela sociale della maternità. Per la Commissione esteri e difesa partecipa a diverse missioni internazionali, soprattutto in paesi dilaniati da conflitti: è testimone delle prime elezioni libere in Nicaragua, visita il Cile durante lo stato d’assedio imposto da Pinochet, in Argentina appoggia le madri in cerca dei figli rapiti e uccisi dal regime militare. Viene nominata presidente della Lega degli obiettori di coscienza e diventa una delle figure più rappresentative della cultura italiana della non violenza.
Finito il suo incarico parlamentare, è ritornata a fare l’insegnante nella sua città, dove oggi la sua voce, espressa attraverso saggi e articoli, è un punto di riferimento per tutte le donne impegnate nel movimento femminista. “Cerco solo di capire”: è così che ha intitolato il blog su cui, a 86 anni, continua a distillare il suo pensiero critico (giancodri.women.it/) ed è così che si intitola la lunga intervista confluita nel libro che, l’anno scorso, ha ricapitolato la sua vita.
Una vita in cui ha cercato di capire perché, invece di utilizzare i benefici provenienti dalle differenze (da quella tra maschi e femmine, a tutte le altre), una parte dell’umanità continui a inseguire l’omologazione di un modello unico, “falsamente neutro e sostanzialmente maschile”. La strada per cambiare questo stato di fatto è ancora lunga, ma il sorriso di Giancarla Codrignani dà speranze, così come le sue parole: “La sapienza dolorosa delle donne produce una nuova cultura fatta di ostinazione: nel mondo che chiamiamo civile, nonostante l’incapacità di controllare egoismi, istinti predatori, sete di potere, le donne restano ancora incapaci di accettare fino in fondo l’irrimediabilità della violenza, che conoscono fin troppo bene sul loro corpo”.
[Per approfondire, si veda la scheda dedicata a Giancarla Codrignani da Annamaria Tagliavini nell’“Enciclopedia delle donne”: www.enciclopediadelledonne.it/biografie/giancarla-codrignani/]