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23 Ottobre 2006 | Mostre

N°32-ARTI MUSICA E SPETTACOLO

Architettura di rara bellezza. Intervista a Carlo Quintelli, direttore del Festival Architettura di Parma, Reggio e Modena.

Un tempo c’erano i seminari di architettura, i grandi convegni dove gli addetti ai lavori si confrontavano tra loro sul futuro delle città e dell’abitare. Negli anni l’architettura è cambiata, si è fatta materia meno specialistica, ha intrecciato il suo cammino con altre scienze come l’urbanistica, l’antropologia e soprattutto con l’arte e di conseguenza ha aperto le sue braccia a un numero sempre più crescente di appassionati e cultori che seguono l’evoluzione dell’abitare dei suoi stili considerando giustamente l’architettura come parte integrante della vita dell’individuo e della collettività.

Tanto interesse non poteva che dar vita ad iniziative di largo respiro come il Festival dell’Architettura che si terrà a breve, dal 23 al 29 ottobre tra  Parma, Reggio Emilia, Modena.

Il Festival dell’architettura che arriva così alla sua terza edizione, propone un punto di vista non convenzionale attraverso un approccio multidisciplinare ed iniziative di respiro internazionale.

Nato a Parma, quest’anno come dicevamo il Festival si riorganizza lungo la via Emilia nel suo tratto occidentale, aggregando anche Reggio Emilia e Modena, coinvolgendo così un intero ambito territoriale in un percorso di reciproca valorizzazione tra contenuto e contenitori, ricercando corrispondenze di significati tra le architetture delle nostre città e quelle proposte, di volta in volta, dalle mostre in calendario che sono tante e tutte molto interessanti.

Il titolo di questa edizione del festival e cioè “Architettura di rara bellezza” manifesta l’esigenza di misurarsi con il problema estetico dell’architettura soprattutto attraverso il superamento del sempre più richiesto e spesso superficiale bisogno di bellezza della contemporaneità.

Oltre 20 occasioni espositive di significativa rilevanza scientifica, dislocate nel centro storico di Parma, Reggio Emilia e Modena, s’interrogheranno sulla bellezza dell’architettura attraverso cinque sezioni tematiche (architettura/mondo, architettura/Italia, arte e architettura, storie di architetti, ricerche in mostra). Parallelamente si susseguiranno conferenze, momenti di incontro e dibattito con i protagonisti delle esposizioni, rassegne di editoria, letteratura e cinema, ed, infine, i concorsi di progettazione, prerogativa del Festival che, sin dalla nascita, tra i suoi primi obiettivi pone quello di dare spazio e visibilità ai giovani. Un palinsesto articolato e pensato per un pubblico vasto ed eterogeneo e anche consistente visto che gli organizzatori si aspettano circa 10mila visitatori,  un pubblico che sarà sicuramente capace di farsi parte attiva negli incontri.

Dicevamo delle diverse iniziative che tra le tre città tratteranno e metteranno in mostra i progetti di architetti importanti, molti italiani e contemporanei come Piano, l’Aulenti, Fuksas, Gregotti, Mendini, Rossi altri importanti nomi internazionali come Botta, Meier, Eisenman. E poi artisti che si sono misurati con lo spazio come il modenese Claudio Parmiggiani e fotografi importanti che hanno lavorato molto sul paesaggio anche urbano, come gli emiliani Franco Fontana e Luigi Ghirri e poi anche Oliviero Toscani. Tanti eventi insomma che si consumeranno lungo la via Emilia per una settimana.

Abbiamo al telefono il direttore del Festivalarchitettura Carlo Quintelli, professore ordinario presso la neonata facoltà di Scienze dell’Architettura di Parma. Architetto in poche parole ci può spiegare qual è l’essenza di questo festival?

Intervista a Carlo Quintellli.

Potete trovare tutte le informazioni su: www.festivalarchitettura.it

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