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10 Novembre 2010 | Mostre

Note futuriste. L’archivio di Francesco Balilla Pratella e il cenacolo artistico lughese

Intervista al curatore della mostra Orlando Piraccini

A cura di Cinzia Leoni

10 novembre 2010

Gentili ascoltatori oggi vi portiamo a Lugo per una mostra che si snoda attorno alla figura centrale di Francesco Balilla Pratella, musicista, nato a Lugo nel 1880  e morto a Ravenna nel 1955 considerato uno degli esponenti più autorevoli del futurismo musicale italiano. La mostra: Note futuriste: L’archivio Francesco Balilla Pratella e il cenacolo artistico lughese è promossa dal Comune di Lugo e dall’IBC-Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna.

Pratella
studiò con Mascagni e si trasferì a Parigi dove entrò far parte a pieno titolo del gruppo degli artisti futuristi. Prima di incontrare Marinetti e di aderire al movimento futurista, Pratella si  interessò molto ai canti popolari della sua regione, che influenzarono la scrittura di cinque poemi sinfonici, intitolati «Romagna», e che successivamente approdarono all’opera dialettale La ‘Sina d’Vargõn (Rosellina dei Vergoni), “scena della Romagna bassa per la musica, in tre atti che  vincerà il concorso “Baruzzi” e verrà messa in scena nel 1909 al Teatro comunale di Bologna. Ma fu il 20 agosto del 1910 al Teatro comunale di Imola che Pratella  conobbe  Filippo Tommaso Marinetti, con il quale aveva già scambiato una corrispondenza.

Non a caso lo stesso anno scrisse il Manifesto dei musicisti futuristi (11 ottobre 1910), seguito dal Manifesto tecnico della musica futurista (11 marzo 1911) e dalla Distruzione della quadratura (18 luglio 1912). A partire dal 1911 la casa di Pratella, una villa situata poco fuori Porta Faentina, diventò un punto di riferimento per pittori, musicisti e letterati attratti dalle correnti espressive di quel tempo. Tra i personaggi che frequentarono il “cenacolo artistico lughese” ricordiamo Giorgio Morandi e Osvaldo Licini, studenti dell’Accademia insieme al lughese Giacomo Vespignani, al giovane Filippo De Pisis;  e poi lo scrittore Riccardo Bacchelli allo scultore Domenico Rambelli; dal pittore Roberto Sella a Nino Pasi.

La mostra, curata, assieme al volume che l’accompagna, da Orlando Piraccini e Daniele Serafini, con contributi di Antonio Castronuovo, Luisa Bedeschi e Ivana Pagani, fa riferimento quindi ad un capitolo straordinario della  storia artistica lughese del primo Novecento: ne parliamo con Orlando  Piraccini. 

Intervista a Orlando Piraccini

Ringraziamo Orlando Piraccini e ricordiamo ai nostri ascoltatori che la mostra si trova in due sedi: alla Biblioteca Trisi – fino al 15 gennaio 2011 –  e presso le Pescherie della Rocca – fino al 21 novembre 2010

Brano corrente

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