8 febbraio 2012
Intervento di Gianfranco Maraniello
Grazie a questo incontro speciale, così ben raccontato da Gianfranco Maraniello, direttore del Mambo, il Museo Morandi ha ripensato il proprio percorso espositivo con un nuovo allestimento.
Si tratta di una piccola sala, la IX, che ospita le quattro opere appartenenti alla collezione Pavarotti concesse in comodato temporaneo al Museo bolognese, per desiderio delle figlie maggiori del tenore, Lorenza, Cristina e Giuliana.
In questa sala, in una Bologna resa silenziosa e composta dalla prima copiosa nevicata della settimana scorsa, si è svolta la presentazione ufficiale del comodato. Cristina e Giuliana Pavarotti hanno consegnato alla città i quattro capolavori di Giorgio Morandi con semplice grazia, interpretando questo generoso gesto come la naturale conseguenza di un tratto del carattere del loro padre.
Così Cristina racconta il perché di questa scelta e Gianfranco Maraniello ci spiega il senso dell’istituto del comodato temporaneo.
Intervista a Cristina Pavarotti e Gianfranco Maraniello
Il nucleo delle opere appartenute a Pavarotti, un olio, due acquerelli e un’incisione realizzati tra il 1955 e il 1961, è di grande interesse storico e qualitativo, ma anche emotivo. In particolare l’olio: una quinta di bottiglie con il recipiente a forma di imbuto che si trasfigurano in una materia densa e pastosa, intrisa di quella polvere di cui Morandi si serve spesso come elemento unificante delle varie forme, rese preziose dalla luce. Questo piccolo quadro era il pù amato da Pavarotti. tanto da essere quello che Big Luciano portava con sé, di casa in casa, di città in città, quadro che era nella sua camera da letto quando ci ha lasciato.
Giuliana Pavarotti, alla quale è stato chiesto perché a suo parere suo padre amasse proprio quel dipinto, ha risposto così:
Intervista a Giuliana Pavarotti
Museo Morandi
Palazzo d’Accursio
Piazza Maggiore, 6
40121 Bologna
