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19 Novembre 2014 | Archivio / Prodotti tipici e sagre

Salama e piada finalmente Igp

I due prodotti tipici emiliano romagnoli godono ora del riconoscimento europeo

A cura di Marina Leonardi

Cari ascoltatori eccovi ancora insieme a Marina Leonardi per una nuova trasmissione dedicata ai prodotti tipici del nostro territorio.

Oggi voglio darvi proprio una buona notizia, anzi due! La piada e la salama da sugo, due delle colonne della nostra gastronomia regionale hanno finalmente ottenuto il marchio Igp, il riconoscimento della Commissione europea, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue dei regolamenti n. 1173 e  n. 1174 (sono ovviamente i regolamenti di produzione di questi due prodotti). Salgono così a 41 i prodotti Dop e Igp dell’Emilia-Romagna che consolida così il suo primato italiano ed europeo, come territorio con il più alto numero di produzioni agroalimentari a qualità certificata. Ed è una bella soddisfazione.

Così da pochi giorni fa, grazie a questo riconoscimento, le produzioni che non rispettano il  disciplinare potranno essere sanzionate, una garanzia sia a tutela dei produttori che dei consumatori.

Per quanto riguarda la piadina, il cui nome si deve a Giovanni Pascoli che la definì alimento antico «quasi quanto l’uomo» e « pane nazionale dei Romagnoli»., il disciplinare di produzione oggi riconosciuto dall’Unione europea  differenzia le diverse tipologie di piadina romagnola, disponendo un’etichettatura specifica per quella alla riminese, più sottile e larga, e concedendo un’ ulteriore riconoscibilità alla piadina romagnola ottenuta con processi per la maggior parte manuali, tipica dei chioschi. Gli ingredienti per tutte le tipologie sono comunque gli stessi: farina, acqua, sale, grassi, lievito. Non è consentito l’uso di conservanti, aromi e altri additivi. L’area di produzione corrisponde al territorio delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e, in parte, anche di Bologna. In questo modo si garantisce il rispetto di regole comuni e si argina la concorrenza delle produzioni ottenute fuori dalla Romagna.

La salama da sugo, il mitico salume ferrarese, risale al periodo Estense. La zona di lavorazione e confezionamento coincide con quasi tutta la provincia di Ferrara, ne sono escluse solo le zone di  Goro, Codigoro, Lagosanto e Comacchio. Ricorderete che a Madonna Boschi, località di Poggio Renatico, dove si tiene tutti gli anni la sagra della salama da sugo, c’è addirittura un monumento che ne celebra la bontà.  La Salama da sugo presenta la caratteristica forma «a melone» con divisione in 6/8 spicchi e strozzatura mediana  è composto da una miscela di carni suine aromatizzate e insaccate nella vescica naturale del suino. Come dicevamo questo insaccato di antica tradizione, risale al periodo rinascimentale, è in genere venduto come prodotto crudo o cotto a seconda del consumo. Morbida e granulosa al palato, deriva il suo gusto dall’utilizzo originale di vino e spezie combinato con una lavorazione particolare, condotta in specifiche condizioni ambientali. Anche in questo caso il riconoscimento dell’Igp sarà un importante garanzia di tipicità.

E con questa buona notizia, vi do appuntamento alla prossima settimana un saluto da Marina Leonardi

 

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