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16 Gennaio 2015 | Mostre

Vivere in una “Le Corbusier”

Parte da Bologna il progetto di Cristian Chironi

A cura di Carlo Tovoli

Il prossimo 27 agosto ricorrono cinquant’anni dalla morte di una delle figure più influenti della storia dell’architettura moderna, ovvero Le Corbusier, pseudonimo di Charles-Édouard Jeanneret. Bologna è tra le prime città a celebrarlo e lo fa ospitando l’avvio di un progetto internazionale, dal titolo “My house is a Le Corbusier”, ideato dall’artista Cristian Chironi.
Opera work in progress, cantiere d’idee, ricerca, didattica, mostra, oltre che residenza: tutto questo e forse tanto altro è il progetto a lungo termine che porterà l’artista a vivere per periodi più o meno brevi in dodici nazioni (dall’Argentina alla Russia, alla Tunisia) e coinvolgerà circa trenta opere abitabili di Le Corbusier, “postazioni di osservazione privilegiate” per capire come è recepita l’eredità del maestro e per riflettere oggi sulle condizioni della “machine à habiter”, ovvero della “casa degli uomini”.

Chironi non vive nel mito di Le Corbusier. Il suo legame con l’architetto svizzero è da ricondursi principalmente al caso e a un fatto realmente accaduto nella seconda metà degli anni Sessanta a Orani, in provincia di Nuoro, suo paese natale. Qui l’artista sardo Costantino Nivola, anch’egli originario di Orani e legato da una profonda amicizia e collaborazione con Le Corbusier, affidò alla famiglia del fratello un progetto firmato dal grande architetto, con l’auspicio che, lui e i figli muratori, in procinto di costruire una nuova casa, seguissero scrupolosamente le istruzioni contenute all’interno. L’importanza di questo lascito non fu però recepita e la casa, che si trova tuttora in paese, ha ben poco del progetto originale.
Da qui uno stimolo per ripensare l’opera di Le Corbusier attraverso diversi linguaggi tra cui performance, fotografia, video, installazioni site specific, vivendo nelle opere da lui realizzate. E questo succede a Bologna per tutto il mese di gennaio per chiudersi nelle giornate di ARTE FIERA.
Quale location migliore allora di quella offerta dal padiglione Esprit Nouveau di Bologna. L’edificio, originariamente realizzato da Le Corbusier a Parigi nel 1925, e ricostruito a Bologna nel 1977, nell’attuale zona fieristica, grazie agli architetti Giuliano Gresleri e José Oubrerie, nel 2011 è stato riaperto al pubblico dalla Regione Emilia-Romagna, che lo ha in uso gratuito come centro di promozione culturale sui temi della città e del territorio e polo della rete regionale degli Urban Center.

Per tre settimane, dal 7 al 25 gennaio, Chironi, che ha ottenuto per il suo progetto il sostegno della Fondation Le Corbusier di Parigi, vivrà all’interno dell’Esprit Nouveau. Un periodo di residenza durante il quale si è invitati anche a discutere e a vedere l’artista al lavoro, contattandolo via mail per un appuntamento, ad esempio (l’indirizzo è cristianchironi@gmail.com), oppure si potrà assistere ad eventi live (da non perdere quello di sabato 24 gennaio, a partire dalle 19.30). Le porte della “casa” saranno aperte a tutti dal 23 al 25 gennaio, per tutto il pomeriggio fino a tarda sera. Occasione unica per scoprire cosa significa oggi per un artista pensare e vivere in “una Le Corbusier”. Ma ascoltiamo direttamente l’artista:

Intervista a Cristian Chironi

Da Bologna un saluto dal vostro Carlo Tovoli!

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