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11 Luglio 2009 | Paesaggio dell'anima

Penombre estive

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

11 luglio 2009

Le musiche di questa puntata: Riccardo Tesi & Banditaliana, Carlos Gardel, Stefania Rava interpreta Jacques Brel, Il Teatro delle Note (Orchestra da camera Fondazione Toscanini, Parma). 

Musica. Riccardo Tesi & Banditaliana: Lune.

Ci siamo lasciati, cari ascoltatori, che eravamo in Romagna dove, nella pineta di Ravenna, scorrazzava a cavallo Lord Byron, eroe romantico e forse il primo dei futuri anarchici tanto numerosi in regione. Apriamo la puntata di oggi con i profumi orientaleggianti che ci vengono da questa bella canzone di Riccardo Tesi con la Banditaliana, dove si parla di “nomade malinconia”, sentimento che Byron conosceva benissimo. Il testo di Carlo Muratori ci fa immaginare “lune giallo-sabbia sopra il cielo di un bazar”. Ci vengono in mente le scene orientaliste dipinte a metà e fine Ottocento da Alberto Pasini, pittore di Parma che soggiornò presso la corte dello scià di Persia e si specializzò in dipinti dai toni esotici. Il cielo che ricama sulle dune “i merletti d’ombra della mente” – per riprendere il testo della canzone – è già nel nostro immaginario. Spingendoci oltre, arriviamo alla penombra: alla penombra necessaria all’amore. E “Penombre” si intitola il secondo brano di Riccardo Tesi, il maestro dell’organetto diatonico, che andiamo ad ascoltare. 

Musica. Riccardo Tesi & Banditaliana: Penombre.

L’eros – scrive lo scrittore di Parma Alberto Bevilacqua – ha bisogno di “elementi essenziali e puri, una penombra, i pensieri e le perplessità che si dissolvono, il corpo che affonda nella piacevolezza”. Nel suo secondo volume sull’Eros – scritto sempre con la maiuscola – Bevilacqua ci conduce lentamente, attraverso i suoi ricordi, nel cuore delle passioni. L’Eros appare all’improvviso, a un semaforo, per le strade di Parma, in un confessionale. Amore furtivo, che ti sorprende, ti acceca, che si spinge fino alla voglia di uccidere. C’è l’Eros spossato dei pomeriggi in albergo e l’estremo squallore dei bassifondi della periferia. C’è l’Eros che lo scrittore sfiora accanto alla madre gitana, originaria di Buenos Aires, la quale gli fa intravedere, attraverso le parole di un tango di Gardel, Mina que fue en otro tiempo …, le ragazze svelte di gamba che ballavano in locali dai nomi suggestivi, La noche triste, Todo mis amores e naturalmente Eros, con la scritta in oro e blu. La canzone di Gardel che abbiamo citato è Pobre Paica, del 1920. 

Musica. Carlos Gardel: Pobre Paica.  

Parma come crocevia di tutti gli amori. Parma, il cui nome evocava a Proust qualcosa di compatto, liscio, color malva, di un rosa tendente al viola, e dolce. Parma che all’imbrunire sembra un quadro impressionista, punteggiato dalla luce fioca dei lampioni che in inverno accarezza la nebbia. In un clima tanto languido, lo scrittore di Parma, Bevilacqua, archivia i suoi ricordi, rimpiange lontani pomeriggi, e vede nell’eros “un’identità primordiale, un modo di ricordare insieme identità memorabili”. Da Parma, Stefania Rava ci fa ascoltare La chanson de vieux amants di Jacques Brel in duetto con Franco Tomasi, accompagnata al pianoforte da Alessandro Nidi. Il brano è stato eseguito nel 2007 in un concerto ideato da Carlo Perucchetti con la Fondazione Toscanini. 

Musica. Stefania Rava e Orchestra Sinfonica dell’Emilia-Romagna Arturo Toscanini: La chanson de vieux amants (di Jacques Brel)

Torniamo alle nostre penombre, cari ascoltatori. Torniamo alla luce soffusa, che filtra attraverso le persiane negli indolenti pomeriggi estivi. Sono momenti in cui tace il rumore del mondo, in cui si disvela l’ora panica, l’ora bianca di mezzogiorno, e i vecchi amanti comprendono che tutto può finire, che il mondo potrebbe crollare, scomparire, appena realizzato il desiderio della fusione corporale. Sarebbe il momento perfetto, come scrive Bevilacqua: “Ho pensato a un albero che non risponde a una nuova stagione, quietamente abbandonato alla pigrizia delle radici, e guarda la luce che, sui rami intorno, scivola forte e piena, senza provarne alcuna infelicità naturale. Ho pensato a un mondo che desse davvero, all’umanità, la consolazione di morire tutta insieme, questa impalpabile fratellanza verso un comune destino nello spazio”. 

Musica. Ensemble Il Teatro delle Note: Schindler’s List Theme (di W. J. Towner), dal concerto spettacolo “Viaggio … Zingaro”, Parma, 29 gennaio 2007.  

 

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