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1 Agosto 2009 | Paesaggio dell'anima

Il cielo e le nuvole

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

1 agosto 2009

Le musiche di questa puntata: Sophia Karim Lawani, Amadou & Mariam, Aya Shimura, Giuni Russo, Ennio Morricone.
 

Musica. Sophia Karim Lawani: Girls need a man to love

Eccoci di nuovo tornati con il “Paesaggio dell’anima”, cari ascoltatori. Riprendiamo dal punto in cui ci eravamo lasciati nella precedente puntata: a Pasolini e alla sua passione per l’Africa nera. Per questo vi facciamo ascoltare di nuovo Sophia Karim Lawani, di sangue misto afro-francese e bolognese d’adozione. Sophia è musicista e cantante, l’Africa scorre dentro di lei, da Casablanca a Cotonou, dove sente il profumo dei padri. Pasolini in Africa come in India cercava la verginità perduta del mondo, gli odori, i profumi, i colori, i sensi. Ne “Gli odori dell’India” non parla di mistica, di filosofia, ma della sua attrazione per una realtà che può sembrare abominevole: l’odore di poveri cibi e di cadaveri che è come un soffio potente che scuote le viscere. C’è chi l’ha accusato di essere un esteta affascinato dall’orrore di una realtà che non gli appartiene, fatta di povertà, miseria, sofferenza. E chi l’ha visto come un vero cristiano, un profondo cristiano delle origini – oltre che un comunista delle origini – scandalizzato dall’assenza del sacro nella società contemporanea. Ma ecco l’Africa che ritorna con la coppia di artisti del Mali non vedenti Amadou e Maryam. 

Musica. Amadou & Maryam: Sabali.

Pasolini in Africa e in India si aggirava da solo per luoghi così malfamati che la polizia locale era costretta a riportarlo in albergo. “Soltanto solo, sperduto, muto, a piedi, riesco a riconoscere le cose. La solitudine è la cosa che amo di più”. Per l’Africa sentiva la stessa affinità poetica che aveva provato per il sottoproletariato delle periferie romane. Il fiore delle mille e una notte, il film girato in gran parte nello Yemen, è la conseguenza della sua volontà di sradicamento dall’Italia, il suo sogno di evasione. Racconta Nico Naldini nella sua biografia di Pasolini, che la troupe del film si era trasformata in un campo nomadi, e che il regista aveva adocchiato sulle rive del Golfo Persico un natante da comprare, dove gli sarebbe piaciuto trascorrere il resto dei suoi giorni. La violoncellista giapponese Aya Shimura, che da una decina d’anni svolge attività concertistica in Italia ed è attiva anche sulla scena dell’improvvisazione jazz, ha inciso nel 2006 “Re: Pasolini”, da cui ascoltiamo un brano dedicato a Totò e Ninetto, i due indimenticabili protagonisti del film del 1966 “Uccellacci e uccellini”. 

Musica. Aya Shimura: Totò e Ninetto.     

A un certo punto della sua esistenza, Pasolini si accorge che l’evasione non è possibile, che anche gli adorabili ragazzi di vita sono diventati immondizia umana, che la stessa Africa cede alle sirene del neocapitalismo. La perdita del sacro, il conformismo di sinistra, la degradazione della vita sociale e individuale gli fanno dire che “la vita è un mucchio di insignificanti e ironiche rovine”. Dell’Italia, Pasolini dice che le sue notti serene, meravigliosamente mediterranee, sono diventate deserte e sinistre come nei secoli bui del passato. Sono gli anni Settanta, la stagione del terrorismo, dei rapimenti, dei delitti di mafia. Lui sogna le notti mediterranee, quelle che portano la loro brezza sin dentro Roma, con i loro quieti cieli stellati, la dolcezza del vivere e il canto che si alza dalla terra così come esce dalla voce meravigliosa di un’altra grande e sfortunata artista, Giuni Russo. 

Musica. Giuni Russo: Mediterranea.

 Nell’ultima intervista rilasciata prima di morire, Pasolini afferma: “Qual è la tragedia? La tragedia è che non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l’una contro l’altra (…). Soprattutto il complotto ci fa delirare. Ci libera da tutto il peso di confrontarsi da soli con la verità… Che bello, se mentre siamo qui a parlare, qualcuno in cantina sta facendo i piani per farci fuori”. Per anni molti amici di Pasolini hanno avvalorato la tesi di un complotto per la sua morte. Ma – sostiene Naldini – aveva ragione  il critico Gianfranco Contini, che nella morte di Pasolini ha visto “la colluttazione di Giacobbe con l’angelo”. Quella sera all’idroscalo di Ostia, il giovane con cui si era intrattenuto gli sferrò un calcio tremendo che lo fece crollare, poi durante le manovre per fuggire con la sua automobile passò più volte sul suo corpo fino a ridurlo a un mucchio di stracci.
“Ah meravigliosa bellezza del Creato!” è l’ultima battuta del burattino Totò gettato in una discarica da cui finalmente vede il cielo e le nuvole… 

Musica. Ennio Morricone: Ostia.

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