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17 Marzo 2012 | Paesaggio dell'anima

Ciao Lucio! Parte seconda

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri

17 marzo 2012

Musica. Lucio Dalla: Quale allegria (da “Com’è profondo il mare”, 1977).

Eccoci di nuovo, cari ascoltatori, a parlare di Lucio Dalla, perché le cinque canzoni che abbiamo trasmesso nella puntata precedente non sono sufficienti a esaurire il nostro ricordo di lui. Come abbiamo detto, negli anni dal 1973 al 1980 Lucio Dalla sforna sei dischi capolavoro, nei quali è racchiusa gran parte della sua vicenda artistica. I primi tre sono quasi delle sperimentazioni su testi del poeta Roberto Roversi. Nel 1977 esordisce come paroliere, incoraggiato dallo stesso Roversi, e realizza altri tre album fondamentali: “Com’è profondo il mare”, “Lucio Dalla” nel 1979 – anno in cui esce anche il disco del celebre tour con Francesco De Gregori – e “Dalla” nel 1980. Sono canzoni – ha scritto Leonardo Colombati – che “testimoniano una creatività straripante e soprattutto una felicità assoluta; felicità intesa come gioia pura del cantare e fare musica, libido nell’atto creativo (…) perché si resta intrappolati dal potere incantatorio della musica e perché quelle note, quella voce sprigionano un’energia positiva davvero contagiosa”. Abbiamo iniziato con “Quale allegria”, un pezzo sulla solitudine e sulla voglia di essere diversi. Continuiamo con un brano sullo stesso tema – un uomo abbandonato dalla sua donna – ambientato in una Bologna beffarda, di sboccata sensualità. 

Musica. Lucio Dalla: Disperato erotico stomp (Da “Com’è profondo il mare”, 1977). 

Il treno è un simbolo ricorrente nelle canzoni di Dalla, da “Tu parlavi una lingua meravigliosa” all’altro capolavoro di “Treno a vela”, dalla meno riuscita “Treno” del 1994 a quella che andiamo ora ad ascoltare, “Tango”, resa struggente da violino e fisarmonica e da un testo di pura poesia che evoca il dopoguerra. 

Musica. Lucio Dalla: Tango (da “Lucio Dalla”, 1979).

“Il piccolo clown peloso, incompreso e dileggiato negli anni ’60 – scrive Ondarock – diviene una star. Come nella favola del rospo che si trasforma in principe (…). Quando esce ‘Lucio Dalla’ nel 1979, il boom è servito (…). Testi d’incredibile intensità poetica, giocati sulle assonanze in un miscuglio di lingua colta, sintassi parlata e dialetto, e interpretazioni sanguigne, ricche di colpi di scena, completano un quadro pressoché perfetto”. Da questo stesso album ascoltiamo ora un brano di una delicatezza infinita, pieno di sentimenti, di tenerezza: “Stella di mare”.  

Musica. Lucio Dalla: Stella di mare (Da “Lucio Dalla”, 1979).

Torniamo al 1976. E’ l’anno di “Automobili”, l’ultimo album della trilogia composta con Roberto Roversi. Dobbiamo assolutamente ascoltare il brano che racconta la mitica gara automobilistica delle “Mille miglia” del 1947, in un’Italia appena uscita dalla guerra e ancora contadina: “corsa spacca cuore e dura come non mai / vera crocefissione, esecuzione d’orchestra / un’avventura di pioggia e di paura, autentico massacro /antica festa, macerie e case, una vera tempesta”. Vi si celebra qui il più grande pilota del tempo, con le parole poetiche di Roversi, cui Dalla aggiunge una musica trascinante: “Nuvola Nuvolari sei una nuvola bianca / dentro un sereno cielo sfascio di primavera / a cielo aperto quando sbatti il cucchiaio della sorte / ma se cerchi la morte, la tua morte non verrà”. 

Musica. Lucio Dalla: Mille miglia (da “Automobili”, 1976).

La stagione d’oro di Lucio Dalla si chiude con l’enorme successo del disco “Dalla” del 1980, che lo proietta in cima alle classifiche. Poi, comincia a incepparsi la vena creativa del musicista e cantautore bolognese. I lavori che seguiranno non saranno mai più all’altezza dei precedenti. Dalla sopperisce con il mestiere e l’intelligenza, ma ha perso smalto e non è più capace di graffiare. Ogni tanto gli riesce il colpo clamoroso, come con “Caruso”, la sua canzone nota in tutto il mondo, scritta a Sorrento nell’albergo dove il grande tenore trascorse i suoi ultimi giorni.  “Caruso” vendette nove milioni di copie, fu cantata da Mina e Pavarotti, ed è anch’essa una canzone perfetta: il Mediterraneo che si fa musica, canto, nostalgia. Ora, è caduto il sipario su Lucio, sul piccolo clown con lo zucchetto di lana in testa e gli occhialini tondi. Forse, come dice lui, è solo terminato il primo tempo; adesso da qualche parte comincia il secondo. E comincia dal commosso saluto che 50mila bolognesi gli hanno tributato nella sua Piazza Grande.

Musica. Lucio Dalla: Caruso (da “DallAmeriCaruso”, 1986). 

Brano corrente

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