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15 Agosto 2009 | Paesaggio dell'anima

Gli Antipodi

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

15 agosto 2009

Le musiche di questa puntata: Andrea Centazzo, Noisuf X, Francesco Guccini, Marea, Claudio Lolli.

Musica. Andrea Centazzo: Futuro Antico I (Visions) 

Cari amici, il futuro ha un cuore antico, come ci ricorda Andrea Centazzo, percussionista e compositore potremmo dire “calligrafico”, stando almeno al brano di sapore orientale che abbiamo ascoltato. Centazzo è cittadino americano ma nelle campagne di Bologna ha conservato la sua casa. E a Bologna anche noi torniamo perché uno stampatore bolognese nell’anno Domini 1667 pubblicò una strana cronaca di viaggio, una sorta di anticipo del Viaggio al centro della terra di Jules Verne, popolato di mostri, prodigi, bizzarre creature. E’ piena estate, cari ascoltatori, e tutti noi siamo alla ricerca di un altrove che ci strappi dalla quotidianità. Siamo in viaggio verso gli antipodi, il posto più lontano da noi stessi. Dall’album Antipode di Noisuf X ascoltiamo Awakening. Il posto più lontano da dove siamo – ma per altri è il più vicino – sono i dancefloors, le discoteche dove deejais impazziti ci sfracellano su overdose di ritmi techno. 

Musica. Noisuf X: Awakening.

Invece noi siano qui, davanti all’azzurro del mare, nell’indolenza pura. Siamo qui a guardare il mare, pensando all’oceano che Cristoforo Colombo attraversò puntando dritto verso l’ignoto, “verso un mondo impensabile ancora da ogni teoria”, come canta il buon vecchio autore bolognese Francesco Guccini nel brano dedicato al navigatore genovese. Un navigatore “già stanco di vagabondare sotto un cielo sfibrato”, che sognava la quiete dopo tante tempeste. E tra le tempeste dell’immaginario, conseguenti alla scoperta di nuove terre, la gente del Seicento vedeva i mostri. 

Musica. Francesco Guccini: Cristoforo Colombo

Il nostro stampatore bolognese nel pubblicare nel 1667 la “lettera curiosissima del nuovo felice fortunato e stupendo camino, di don Eliseo da Sarbagna” riprende un’operetta stampata a inizio Seicento che si inserisce in quell’orizzonte onirico destinato a durare a lungo nella mentalità europea formatasi dopo la scoperta delle Americhe. I grandi viaggi di esplorazione marittima del Quattro e Cinquecento provocarono uno shock culturale enorme. Gli intellettuali europei, infatti, avevano appena riportato alla luce, con il Rinascimento, il mondo classico, con i suoi canoni di bellezza e armonia, che un nuovo mondo era stato scoperto navigando sul mare. Un nuovo mondo che minava le certezze apportate dal primo. I sottili incantesimi dei Marea, gruppo bolognese centrato sulle personalità artistiche del fisarmonicista Massimo Tagliata e del chitarrista Andrea Dessì, ci portano dentro il mistero di un fiore notturno mai visto prima. 

Musica. Marea: Fiore notturno

Come si fa ad accostare la delicatezza de L’Aurora dipinta dal bolognese Guido Reni nel 1614 alle terrificanti immagini degli dei maya o degli altri popoli scoperti nelle foreste impenetrabili del Nuovo Mondo? Nel libretto di cui parlavamo, don Eliseo con i suoi compagni sopporta infiniti travagli a causa di belve, paludi, laghi, monti, mostri, per raggiungere, strisciando penosamente nel ventre della terra, gli Antipodi. Come fosse uscita da una miniera, la spedizione si ritrova infine sotto un cielo azzurro di “continua primavera”, tra animali mansueti e la bizzarra popolazione degli Antipodi: mostri delicati, con i piedi tondi senza fessure, capelli color oro (d’argento per i vecchi), vestiti di pelli di pesci, con case fatte di ossa di pesci coperte da un impasto indecifrabile. Come potevano avere queste folli visioni i nostri antenati del Seicento? Ma almeno quegli antipodi erano simpatici, non come questi di cui canta Claudio Lolli, il raffinato cantautore bolognese che nel 1983 compose “Antipatici antipodi” per dire che “non basta sommare chilometri / per definire la lontananza”, e agli antipodi – “a metà tra il confine e la vacanza” – non si possono mettere radici. Meglio sognarli, come faceva Cristoforo Colombo. Come facciamo noi, davanti a questo mare d’agosto. 

Musica. Claudio Lolli: Antipatici antipodi.  

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